Ostia, sanità, Cobas: “Perché un incarico da 100mila euro ad un esterno?”
Ostia – Manca il personale, la carta igienica e il sapone ma viene assegnato un incarico da oltre 100mila euro l’anno, per la durata di dodici mesi ma rinnovabile, e un progetto ‘forse’ non necessario a un medico. E i Cobas – Comitati di base della Asl Roma D non ci stanno. E si rivolgono al commissario ad acta della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, e ai vertici dell’Azienda, perché lo rivedano, magari assegnandolo ad un professionista interno e non esterno alla Asl Roma D, come è avvenuto in questo caso. “Il progetto, conferito con la delibera n. 248 della Asl Roma D il 24.06.2014, ha conferito un incarico, ex art. 15 octies del D. Lgs. n. 502/92, da svolgersi in staff con la direzione strategica aziendale, rientra tra gli obiettivi del Piano sanitario nazionale per l'anno 2013 per i quali, con Dca n. U00531 del 31.12.2013 e n. U00151 del 08.05.2014, sono stati assegnati “fondi vincolati alla Regione Lazio dal Ministero della Salute”. Con questa delibera è stato affidato quindi un incarico al dottor Gerardo Bruno Antonio Corea, in base al comma 8 dell’art. 15 del D. Lgs. 502/92, con il quale l’Azienda ha stipulato un contratto per l'attuazione del progetto, di natura privata, a tempo determinato di un anno, rinnovabile, con un costo complessivo di 105.128,61 euro”, scrive il Cobas nella nota inviata a Zingaretti e ai dirigenti della Asl Roma D.
“Il Cobas”, prosegue, “anche in considerazione della difficile situazione econonomico-finanziaria generale e delle gravi difficoltà in cui è costretto ormai da anni a operare il personale del servizio sanitario, in modo particolare quello sottoposto ai Piani di rientro dal debito sanitario, ha più volte segnalato, nell’ambito delle attività sindacali in questi anni, quei comportamenti, azioni e provvedimenti adottati dalle Direzioni aziendali che apparivano non rispondenti alle esigenze e priorità aziendali e, in alcuni casi, in contrasto anche con i principi di trasparenza, di efficienza ed efficacia che devono essere sempre osservati nella gestione delle risorse economiche di una Azienda pubblica”.
L’organizzazione sindacale mostra inoltre “perplessità in merito ad alcune scelte che appaiono, appunto, in contrasto con le esigenze di razionalizzazione e risparmio più volte richiamate, ancora oggetto degli indirizzi legati alla spending review. Pertanto”, prosegue la nota, “in un sistema in cui il risparmio forzato imposto alle AA.SS.LL. sta ormai avendo ripercussioni sui livelli quantitativi/qualitativi dei servizi e delle prestazioni erogate ai cittadini/utenti, il costo del “Progetto per l'implementazione del Codice Etico” (circa 100.000 euro eventualmente incrementabili) appare, non solo in contrasto con il quadro di riferimento normativo nazionale e regionale di razionalizzazione e contenimento dei costi, ma, per alcuni aspetti, si rileva come un atto “moralmente ed eticamente discutibile””.
“Infatti, anche se finanziato con fondi vincolati che sono in ogni caso appartenenti al bilancio pubblico, emerge forte il contrasto tra questa scelta e le enormi difficoltà che sta attraversando il servizio sanitario pubblico (carenza di personale, tagli di beni e servizi anche di prima necessità come sapone per la pulizia, carta monouso per lettini, toner, carta igienica, ed altro, per non parlare della questione degli arretrati dei “Fondi di produttività 2006/2009, ancora non definitivamente risolta nella Asl Roma D)”, continua. “Una ulteriore perplessità, in merito all’affidamento del progetto, riguarda infine la scelta di affidare l’incarico ad un soggetto esterno, adducendo la motivazione che “all'interno dell'Azienda non è rinvenibile una figura professionale in possesso della necessaria qualificazione e competenza in materia”. Non si comprende, però, se e in base a quali motivazioni e modalità sarebbe stata accertata tale “mancanza di professionalità” all’interno dell’Azienda. Quali sarebbero, per esempio, le caratteristiche professionali che renderebbero il profilo curricolare del dottor Gerardo Bruno Antonio Corea idoneo allo svolgimento della attività e che non sarebbero, invece, rinvenibili in nessuna delle professionalità interne aziendali? E' stata fatta un’ attenta e approfondita verifica e selezione, tramite uno specifico bando, tra le figure dirigenziali e professionali già operanti all’interno dell’Azienda, che, peraltro avrebbero potuto portare un maggior contributo di conoscenza ed esperienza in rapporto alla realtà di riferimento?”, si domanda il Cobas che a questo riguardo “ribadisce che ogni scelta e ogni azione relativa all'adozione da parte della Direzione aziendale di atti e provvedimenti, soprattutto quelli che implicano costi a carico del servizio sanitario nazionale, devono essere corrispondenti e coerenti, in relazione alle reali esigenze e priorità aziendali, in ordine sia alle prestazioni socio/sanitarie assistenziali da erogare ai cittadini utenti, sia per quanto riguarda il riconoscimento dei diritti e il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori”.
A questo punto l’organizzazione sindacale chiede “una rivalutazione dell’opportunità dell'atto di conferimento dell'incarico al dottor Gerardo Bruno Antonio Corea ed una effettiva verifica se tale “eventuale” compito possa essere invece svolto nel quadro delle risorse e delle competenze umane e professionali aziendali esistenti all’interno della Asl RomaD”.