Ostia – Scongiurata la chiusura del reparto di terapia sub-intensiva dell’ospedale Grassi di Ostia dopo una riunione che si è tenuta ieri sembra, tuttavia, che i vertici dell’Azienda sanitaria vogliano accorpare chirurgia e ortopedia, con il blocco operatorio dedicato solo alle urgenze. A rischio anche le attività di day surgery. Se così fosse sarebbero tagliati tra gli 8 e i 15 posti letto. A denunciare nuovamente la politica gestionale della Asl Roma D è la Uil Fpl dell’azienda secondo la quale tutta questa ‘manovra’ verrebbe condotta soltanto per ‘reperire 5 infermieri e qualche operatorio socio sanitario per il pronto soccorso’.Una scelta tutta a scapito dei cittadini che per una popolazione enorme qual è quella che conta Ostia, dove vivono circa 300mila abitanti tra il litorale e l’entroterra oltre agli 80mila di Fiumicino, vedrebbero ridotta ancora di più l'offerta di posti letto e di interventi chirurgici”, sottolinea la sigla. “Ma non viene loro in mente che tagliando posti letto il pronto soccorso sarà ancor di più ingolfato vanificando l'immissione dei cinque infermieri? Per quanto tempo potrà andare avanti questa ‘soluzione tampone’ prima che ci ritroviamo nella stessa situazione di prima? E quali interventi per la carenza di altri reparti?”, domando i rappresentanti sindacali.

 

La Uil Fpl, che ieri ha inviato una duplice nota contenente una lettera di diffida al ministro della salute Beatrice Lorenzin in caso di chiusura della sub-intensiva in cui annuncia anche uno sciopero della fame, torna a proporre ai dirigenti di “praticare le soluzioni a costo zero già individuate e segnalate” per affrontare le criticità esistenti. “Abbiamo calcolato che si possono reperire con le nostre proposte , anche in vista della prossima assunzioni di ausiliari, circa 20 infermieri e 5, 6 operatori socio-sanitari fermo restando che la regione deve sbloccare l'assunzioni di infermieri”, spiega. Tra le proposte vi è l’eliminazione di “tutte le anomalie gestionali degli ultimi anni, la riorganizzazione del personale con l'immissione dei neo-ausiliari che libererebbero molti oss che lavorano in posti impropri”. La sigla chiede anche l’applicazione della ricognitiva del personale che potrebbe fornire circa 20 infermieri dal territorio. “La ricognitiva fu effettuata dall'azienda con documenti consegnati alle organizzazioni sindacali, prima che tutto si bloccasse. Chi lo ha bloccato? E perchè?”, conclude la Uil Fpl, che ribadisce il proprio ‘no’ alla politica di taglio dei posti letto. “Ostia e l'entroterra hanno bisogno di aumentare l'offerta, non di diminuirla”.