Ostia – Pronti allo sciopero della fame davanti alla Direzione generale della Asl Roma D di Casalbernocchi nel caso in cui venga chiuso il reparto di terapia sub-intensiva dell’ospedale Grassi di Ostia. Lo dichiara il segretario aziendale della Uil, Giuseppe Conforzi.  Sarebbero infatti sempre più insistenti le voci di chiusura della sub-intensiva e dello smembramento del personale infermieristico dell’unità operativa del nosocomio lidense. La sigla, ribadendo la propria ferma contrarietà in merito a questa ipotesi e allo spostamento degli infermieri anche nel caso in cui il reparto resti operativi, si rivolge alla direzione ed ai funzionari sanitari per avere chiarimenti sulla “politica di gestione delle risorse umane che si vuole adottare”.

 

Secondo la Uil Fpl, l’attuale grave carenza di personale al pronto soccorso e negli altri reparti non dipenderebbe soltanto dal blocco delle assunzioni quanto invece da una cattiva gestione delle risorse umane che negli anni avrebbe creato delle anomalie che gradualmente ma inesorabilmente avrebbero portato ad un peggioramento della situazione generale. “Alcuni mesi fa è stata condotta una ricognitiva, con tanto di visite mediche, di personale che sarebbe potuto andare a supporto dei martoriati infermieri del Grassi: perchè la stessa ricognitiva, che ha comportato un impegno di ore lavorative, e quindi di denaro pubblico, è stata bloccata?”, domanda Stefano Conforzi. Il segretario tiene a ricordare, a questo riguardo, che “la riorganizzazione del personale deve avvenire con criteri trasparenti, egualitari per tutto il personale, ma soprattutto è materia di contrattazione aziendale con le organizzazioni sindacali. E dunque, che senso ha spogliare un altare per vestirne un altro?”.

 

Nel frattempo l'Azienda sanitaria ha comunicato l'assunzione di 15 ausiliari dal primo gennaio del 2014 ma la Uil Fpl ritiene che “la riorganizzazione debba avvenire contestualmente  all'arrivo del personale in quanto gli ausiliari possono sostituire tutti quegli operatori sociosanitari che oggi lavorano in servizi impropri immettendoli nei reparti che maggiormente soffrono dei sotto organici. E per fare un esempio: cosa ci fanno due oss in camera mortuaria, forse assistono i pazienti deceduti?”. La sigla chiede pertanto che “si proceda alla riorganizzazione partendo dai punti indicati” e  torna a ripetere che la sub-intensiva non deve chiudere e che, comunque, il personale che vi lavora non debba essere spostato. In caso contrario, sciopero della fame a oltranza. Oggi, la Uil Fpl ha inviato due note alla dirigenza aziendale e anche al ministro della salute, Beatrice Lorenzin, e al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, in cui “diffida la Asl Roma D a chiudere i posti letto nel nosocomio”. Attualmente, la stessa sub intensiva dovrebbe essere dotata, nel rispetto all'ultimo Piano sanitario regionale, di altri 9 posti letto. Per questo, in omaggio della norma di legge,  la sigla informa che “tutelerà in tutte le sedi opportune il diritto alla salute di tutti i malati afferenti all'ospedale G.B. Grassi, che, si ricorda, nel caso in questione sono i cittadini più deboli in quanto vengono ricoverati in questo reparto in condizioni disperate”.  E’ sempre più nella bufera la politica portata avanti dalla direzione generale aziendale, culminata ieri nell’occupazione da parte dei lavoratori della Cgil Roma Ovest, stanchi di doppi e tripli turni.