Ostia, SCE: "Annullamento in autotutela bandi spiagge M5s. Il Tar evidenzia vizi di forma"
Va detto che l’annullamento in autotutela dei bandi per l’assegnazione delle concessioni demaniali marittime scadute, visto il guazzabuglio “grillino”, era un atto inevitabile quanto prevedibile. Con una semplice direttiva l’Amministrazione “grillina” aveva in fretta e furia predisposto dei bandi per l’assegnazione delle concessioni demaniali scadute, fra l’altro per una sola stagione balneare e senza aver terminato l’iter di approvazione del PUA. Va ricordato che nella stessa direttiva si mettevano a bando le concessioni per un solo anno e, per lo stesso periodo di riferimento, si prorogavano le concessioni stesse. Praticamente una “autosospensione”. Le graduatorie dei vincitori del bando, a causa dei tempi tecnici necessari, sono state addirittura pubblicate a stagione balneare conclusa. Parliamo quindi di qualcosa fuori da ogni razionalità, figlio della mediaticizzazione della politica e non certo di una nuova visione di fruizione del mare e delle spiagge, che non poteva trovare continuità amministrativa con la nuova Giunta Falconi.
Questo vuol dire che i bandi non devono essere fatti e che le proroghe delle concessioni demaniali devono essere obbligatoriamente confermate fino al 31 dicembre 2023? assolutamente no. Il Consiglio di Stato, confermando la disapplicazione della normativa nazionale che prevede le proroghe automatiche, è stato più che chiaro su questo aspetto disponendo che le attuali concessioni potranno continuare fino al 31 dicembre 2023 quindi senza vietarne esplicitamente la messa a bando anche prima di questa scadenza. Al fine di fugare dubbi e polemiche è assolutamente necessario che il Presidente Falconi faccia chiarezza su quanto accaduto specificando anche i motivi per i quali le figure tecniche apicali del Municipio non hanno provveduto alla necessaria formalizzazione dell’annullamento in autotutela del bando in oggetto.
Subito dopo, visti i tempi necessari, grazie ad un lavoro sinergico fra Giunta e Consiglio, si inizi a lavorare su nuovi bandi con “innovativi” criteri di valutazione. Serve una seria e approfondita discussione sul PUA, uno degli strumenti essenziali per poter innescare un vero cambiamento del nostro litorale. Servono nuovi tratti di arenile libero da riconsegnare ai cittadini per equilibrare la condizione inaccettabile in cui versa il tratto urbanizzato di Ostia, ad oggi quasi completamente in concessione. Serve una visione di prospettiva che possa trovare una sintesi nei principi contenuti nei bandi, accogliendo ad esempio criteri nuovi come la compatibilità ambientale, la visibilità del mare, l’accessibilità alle spiagge.
Servono inoltre nuovi criteri di valutazione che possano premiare nella gestione delle concessioni demaniali anche giovani imprese che hanno il diritto di partecipare alla pari con i concessionari uscenti. Solo dopo si potrà procedere alla formalizzazione della procedura ad evidenza pubblica. La messa a bando delle concessioni demaniali non può e non deve essere un mero atto formale ma l’avvio di un nuovo modello culturale di fruizione del mare e delle spiagge, un modello culturale che affermi con nettezza che il mare e le spiagge sono beni comuni, dei cittadini, e non certo una proprietà privata di qualcuno. Per far questo, vista la mole dell’impegno, è necessario un dipartimento “ad acta” ed il ritorno in Campidoglio della delega al litorale così come annunciato mesi fa dal Sindaco Gualtieri e dallo stesso Presidente Falconi".
Lo dichiara in una nota Marco Possanzini, Capogruppo Sinistra Civica Ecologista Municipio X – Sinistra Italiana
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