Ostia – In relazione all’incontro che si è svolto ieri al liceo Anco Marzio di Ostia, contestato da un gruppo di studenti e al quale ha partecipato l’on. Giovanni Bachelet, Pd, la professoressa Mirella Arcamone intende fare delle precisazioni. “A favore della correttezza dell'informazione”, sottolinea la docente.


“Spiace notare che i media locali, che hanno seguito con puntualità tutto il movimento di protesta del territorio – innanzi tutto quello dei docenti, e, in un secondo tempo, quello degli studenti - e ne hanno con correttezza informato i cittadini in questo mese e mezzo di lotta e di protesta, adesso cadano in una informazione imprecisa, parziale, e, in ultimo, poco attinente a quanto realmente accaduto”, spiega Mirella Arcamone, riferendosi nello specifico all’assemblea alla quale ha preso parte l'on. Bachelet. Un’assemblea “partecipata”, come si usa dire, che ha visto 150 tra studenti, docenti e genitori impegnati in un dibattito sul presente e sul futuro della scuola.


Pur senza commentare i cori e i modi scelti dai giovani che protestavano all'esterno della scuola di via Capo Palinuro,  e che per una decina di minuti sono entrati nella scuola, impedendo per un breve momento il dibattito in corso, l’insegnante precisa in primo luogo che l'assemblea era stata convocata dal "gruppo dei docenti in protesta" delle scuole superiori di Ostia, stabilmente costituitosi, protagonista ed iniziatore del cosiddetto autunno lidense.


“Il gruppo è composto da docenti iscritti e/o rappresentanza sindacale unitaria di diversi sindacati o per nulla iscritti. Anzi, molti sono anche in aperta contestazione con i sindacati stessi. E questo dovrebbe 'far notizia', perchè, per la prima volta, nel nostro territorio abbiamo un movimento di insegnanti dal basso, trasversale, eterogeneo e coeso al tempo stesso”, prosegue.


“Per quanto riguarda i ragazzi in protesta, diversamente da quanto riportato, sono scarsamente rappresentativi dei liceali lidensi, dal momento che non erano più di 30, la metà dei quali giovani universitari. Più del doppio era invece nell'aula a discutere le proprie idee con (e contro) Bachelet. Questi, davvero tutti liceali”, continua.  “E qualcuno, anche esplicitando, ha preso la distanza dai contestatori. Sono propri questi ragazzi, che con i contestatori avevano condiviso le occupazioni, ad aver chiesto agli altri di uscire dall'aula: avevano lavorato nelle loro assemblee e collettivi a documenti e domande da porre. Chiedevano ai propri compagni di poter portare a chi ha il potere di votare in parlamento le loro posizioni, convinti che così si possa davvero provare a cambiare qualcosa in un paese democratico”.


“L'assemblea ha visto la partecipazione di almeno 150 persone - docenti, studenti e genitori -che si sono seriamente confrontati (quando non scontrati) con l'unico parlamentare che "ci ha messo la faccia" (e anche questo dato sparisce dalle cronache) sui temi caldi dell'oggi e del futuro della scuola pubblica: sul famigerato 953, ma anche sulla rivalutazione della professione docente e sugli investimenti necessari perchè la scuola pubblica sia volano per il paese. Su cosa mette in campo al riguardo un partito che aspiri a governare il paese, su come intenda trovare le risorse per valorizzare e rilanciare una scuola pubblica statale di qualità”, conclude.