“Esprimiamo preoccupazione per l’occupazione delle scuole: è un’esperienza fuorilegge”
Ostia - Molti tra i lavoratori della scuola, del sociale e del pedagogico sono saltati sulle sedie quando hanno letto su una testata giornalistica locale di un "primato lidense" nelle occupazioni di questi giorni, primato che sarebbe guardato da tutta Italia. Lo dichiara in una nota l’Associazione pedagogisti ed educatori italiani di Ostia 13.
“Questo è molto imbarazzante per la nostra città che può vantare ben altri primati nel mondo giovanile, come la Consulta dei giovani del XIII municipio di Roma, la vittoria di un importante Progetto europeo, la partecipazione alla vita del territorio nell'associazionismo, nello sport e nella cultura. Siamo preoccupati”, proseguono all’Apei, “che si crei molta confusione. E anzi chiediamo che i giovani che vogliono costruire un futuro culturale e occupazionale serio e maturo prendano le distanze con coerenza e chiarezza da forme violente”.
“Non è possibile partecipare alla vita democratica della città, fare politica attiva, progettare attività laboratori , centri giovanili quando si partecipa ad esperienze fuorilegge. Chiediamo che sia convocata immediatamente la commissione scuola, i dirigenti scolastici e la commissione cultura e dunque, alla luce degli ultimi fatti, evidenziate responsabilità di singoli e di gruppi soprattutto evidenziando le giuste modalità di protesta e confronto”.
Secondo Apei, è giusto voler cambiare le cose ma con coerenza, attraverso le organizzazioni adibite, ad esempio, i sindacati e mai mettendo in mezzo i minorenni che non hanno ancora l'esperienza di vita e che hanno il diritto di studiare e formarsi al fuori della violenza.
“Siamo imbarazzatissimi che le problematiche di questi giovanissimi non siano state governate dagli strumenti istituzionali che la scuola possiede per legge, dalle assemblee e dai rappresentanti. Siamo ancora più imbarazzati nel constatare che alcuni impiegati statali e rappresentanti dei sindacati non abbiano avviato una discussione nelle sedi opportune e che anzi abbiano confuso il loro ruolo dissociandosi dal mandato che lo stato gli ha affidato”.
“Ci chiediamo se sia il caso di far decadere gli incarichi di rappresentanza nelle scuole e avviare nuove votazioni dove si sia andati contro la legge occupando stabili della repubblica: nuovi rappresentanti d'istituto e di classe che sappiano testimoniare il ruolo di rappresentanza, il ruolo anche di contestazione democratica che la legge consente e che sono le conquiste degli anni 70. Ci chiediamo se sia anche il caso di sospendere gli impiegati pubblici e le rappresentanze sindacali che hanno abbandonato le prassi consentite dalla legge mettendo in serie pericolo la popolazione scolastica”, dichiarano ancora all’Apei.
“La preoccupazione di moltissime famiglie e di molti ragazzi si fa ancora più grande quando ci arrivano notizie di ragazzi che durante l'occupazione hanno abusato di alcol e droghe”, sottolineano: “la testimonianza di alcuni ragazzi ci è arrivata ieri sera e ci parla di alcuni giovanissimi al limite dello svenimento o del coma etilico. La presenza inoltre di persone esterne agli istituti aumenta la preoccupazione: come spesso capita le occupazioni possono creare degli ambienti non chiari”.
“Ci appelliamo alle famiglie affinché siano capaci di elaborare con i ragazzi la situazione in essere spiegano loro che la protesta è certamente uno strumento di cambiamento ma che essa deve rimanere entro la legge e nelle modalità consentite. Ci appelliamo ai docenti consapevoli del loro ruolo, agli educatori e alle persone che sappiano decentrare il loro malcontento e spiegare ai ragazzi che la rabbia e la violenza appartengono ai deboli e ai frustrati e non di certo alle persone mature. Ci appelliamo ai mass media affinché con senso di responsabilità sappiano discernere i corretti messaggi”, conclude la lunga nota dei pedagogisti di Ostia.
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