Ostia, raid vandalico alla scuola, la preside: “E’ soltanto l’ultimo di una serie di episodi”
Ostia – All’indomani del raid vandalico alla scuola di via Capo delle Armi, a Ostia levante, plesso frequentato da 300 bambini della elementare, da 360 della media e da oltre un centinaio di bimbi della materna, per un totale di oltre 800 alunni, abbiamo ascoltato per Ostiatv la dirigente scolastica, professoressa Milena Nari.
Alla preside, da sei anni alla guida dell’istituto Vivaldi, da settembre è stata affidata la scuola.
“Quanto accaduto l’altro giorno è soltanto l’ultimo di una serie di episodi che qui si verificano con puntualità”, dichiara subito la professoressa Nari. “La scuola è completamente abbandonata. Il fondo viene utilizzato quotidianamente da quanti vivono accampati in pineta: nella recinzione hanno fatto dei buchi dove passano tranquillamente. Ma non finisce qui. Durante il fine settimana”, prosegue, “orde di ragazzi, probabilmente più grandi dei nostri alunni, ci bivaccano, bevono birra, sporcano e deturpano”.
E la dirigente informa che i due fari dell’illuminazione sono stati danneggiati e che, dunque, tutta l’area è al buio. “Non posso investire nell’acquisto di due telecamere di sorveglianza: i fondi a disposizione non me lo permettono. E poi il rischio certo è che i vandali le potrebbero mettere presto fuori uso”, spiega. “Il comune aveva sistemato due globi per l’illuminazione: subito distrutti. Adesso l’obiettivo è chiudere la scuola per impedire che i vandali possano penetrare all’interno”.
Insomma, la zona sarebbe buia e praticamente abbandonata a se stessa, in balìa del degrado e di chi deturpa.
“Io non so a chi attribuire la responsabilità di questi atti”, continua la professoressa Nari: “se agli sbandati, ai ragazzi, a ex studenti scontenti, agli stranieri. Penso però che tutto questo sia frutto di un grosso disagio sociale e minorile. E spero sempre che dai fondi mi avanzi qualcosa per far decorare da veri writer i muri oltraggiati dalle scritte. Eppure la situazione”, precisa, “rispetto a sei anni fa è molto migliorata grazie all’impegno dei docenti e delle famiglie. Certo, manca un servizio di sorveglianza, come era garantito prima da un custode, anche se mi chiedo se potrebbe fare la differenza”, conclude la professoressa.
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