Ostia – Ad Ostia si è appena consumato uno scontro generazionale e sociale mai visto. Scuole occupate e genitori e docenti si sono trovati di fronte dei ragazzi insofferenti.

 

“Tuttavia va detto che la situazione nelle scuole è quanto mai complessa e diversificata”, dichiarano alla missione sociale Ciurma del municipio XIII: “quello che apparentemente si mostrava come un fronte comune e deciso si è rivelato un panorama molto diverso da scuola e scuola e decisamente confuso in alcuni casi”.

 

In alcuni casi, secondo la Ciurma, una sorta di psicosi collettiva, occupazione e basta.  In altri casi, invece, un utile strumento di confronto e di elaborazione delle tematiche giovanili.

 

“Ma emerge lampante e fortissimo il bisogno di giovani e adolescenti di avere altri spazi oltre a quelli didattici dove prepararsi per un lavoro all'interno della società civile. E’ così quanto mai necessaria una Casa dei giovani e della cultura. La politica non potrà più aspettare troppo nell'organizzare e predisporre questi spazi e, constatando le modalità della protesta, gestirla con regole chiare e con un dialogo sempre presente tra Municipio e Giovani”.

 

 

L'incontro della consulta giovanile all'interno de liceo Democrito e la presenza del municipio tra i giovani inizia a dare i suoi frutti. Oltre ad essere un forte segnale di comunicazione e apertura dell'amministrazione è anche una rassicurazione per le famiglie e per gli studenti che sono rimasti a fare lezione in luoghi di fortuna reclamando con forza il loro diritto allo studio.

 

 

 Alcuni rappresentanti della maggioranza si sono recati tra i ragazzi per confrontarsi sebbene chiaramente contrari all'occupazione, ma anche l'opposizione - secondo il consigliere Pd Antonio Caliendo - si è espresso e mosso per interpretare il disagio.

 

 

Sebbene si dichiari a favore delle tematiche sollevate dal mondo giovanile e della scuola condividendo preoccupazione per il futuro ha chiarito da subito che l'occupazione può essere un gesto politico ma che occorre assolutamente ripristinare il dialogo democratico nel rispetto della legge.

 

Il consigliere Pdl Stefano Salvemme ha detto che l'occupazione simbolica è comprensibile solamente se tutte le strade del confronto civile sono state percorse e invita i ragazzi a non essere strumentalizzati per altri fini.

 

Insomma un fronte politico compatto per la riapertura delle attività didattiche ma anche la consapevolezza che ai ragazzi e soprattutto alle famiglie occorre una scuola più stabile, più organizzata, più curata e decisamente pubblica.

 

 

 Emerge anche la necessità di dialogo con altre realtà del Tredicesimo. Docenti e famiglie hanno mostrato di apprezzare scuola la partecipazione di altre figure professionali, quali gli operatori ed educatori che possano fare da trade union tra scuola, casa e territorio.

 

Una delegazione dell'Associazione pedagogisti educatori italiani Roma XIII, Franceschi e Buffa, si è recata, invitata dai ragazzi stessi, a parlare con loro, con gli insegnanti e i genitori, dichiarandosi  disponibile a partecipare ad assemblee e tavoli comuni.

Quello che comunque appare certo è che i ragazzi hanno fatto sentire un grido di sofferenza e di dolore che il mondo adulto non può più trascurare.