Scuole, “No austerity: è Ostia che ce lo chiede!”
Ostia – Nelle scuole di Ostia prosegue la mobilitazione. Anzi, lo slogan del liceo scientifico Enriques occupato è Join the invasion, ossia unisciti.
“Lo sciopero generale europeo del 14 novembre arriva in Italia con il ritardo e l'arretratezza di una Cgil totalmente scollegata dalla società in piena crisi. Lo sciopericchio di quattro ore, del tutto inefficace per la gravità della situazione, è molto lontano dall'essere uno spazio che abbia la dimensione degli scioperi di Grecia, Spagna e Portogallo”, spiegano gli studenti del liceo Enriques.
Secondo i ragazzi, ad Ostia l'atteggiamento di una parte dei professori e dei dirigenti scolastici legati alla Cgil sarebbe “intimidatorio”. E' emblematico come gli attacchi più pesanti verso le occupazioni vengano proprio dal sindacato, colpevole di avere una visione limitata ai propri interessi di categoria. “Non esiste legalità che tenga in una scuola che si regge sulla deroga”, sottolineano i ragazzi.
Ma la "Gioventù lidense", fanno sapere, non ha ceduto al ricatto e ha preso in mano sette scuole, “esprimendo una potenza inaspettata”. Gli studenti e le studentesse del tredicesimo municipio di Roma avrebbero “coscienza che il proprio futuro è messo in discussione dalle misure di austerity volute dall'Europa delle banche e dal governo Monti”. Insomma, gli studenti “non mollano”. E di dis-occupare, ancora, non ne vogliono sentir parlare.
“Disoccupazione e cassa integrazione hanno fatto sì che la solidarietà verso questa ondata di proteste lidensi fosse direttamente un terreno di confronto e attivazione. Non è solo l'Europa che ci chiede di tornare in piazza, sono anche le periferie delle metropoli a lanciare delle indicazioni molto chiare. Saremo pronti a raccogliere queste indicazioni?”, prosegue la Gioventù lidense.
Partendo da queste considerazioni, gli studenti invitano il mondo del lavoro e le realtà territoriali a confrontarsi all'interno del quartier generale dei ragazzi di Ostia, L'Enriques Occupato.
In queste due settimane di autorganizzazione e di occupazione, son state sperimentate nuove forme di socialità, “stravolgendo la dimensione carceraria della scuola pubblica, trasformando viale dei Promontori in un grande spazio sociale per i giovani di tutto il territorio”.
“Non verranno accettate nessun tipo di misure repressive nei confronti di chi ha giustamente occupato le proprie scuole, rivendicando il diritto ad una formazione di qualità. Toccare un solo studente, significherà toccare un intero territorio in mobilitazione. La "Gioventù lidense" non si argina”. Già, ma chi farà lezione? Tanta autogestione, giuste rivendicazioni, ma la didattica? Senza cultura e preparazione non si va da nessuna parte.
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