Sequestro lampo di una donna che, indebitata, è stata malmenata e minacciata da due uomini, in seguito arrestati
Questi i fatti, secondo la ricostruzione della polizia. Una donna, a fronte di un prestito di 10.000 euro ricevuto da un sedicente imprenditore, aveva visto il suo debito aumentare in poco tempo, fino a raggiungere il triplo della somma iniziale.
La sfortunata vittima, impossibilitata a pagare, è stata minacciata di morte dall’uomo, rivelatosi irascibile e violento. La mattina del 2 gennaio scorso, l’epilogo della vicenda. Il presunto usuraio, insieme ad un complice, deciso a darle una lezione, si è appostato a bordo di un’ auto di grossa cilindrata sotto l’abitazione della vittima aspettando che uscisse di casa.
Poi l’ha seguita ed ha atteso che arrivasse a casa dalla figlia. A questo punto S.L., 50enne italiano, insieme al complice S.M., suo coetaneo, dopo averla raggiunta, l’ha colpita al volto e l’ha strattonata. Si è quindi impossessato con la forza della borsetta e del telefono cellulare per impedirle di chiamare aiuto, intimandole di seguirlo.
La vittima, però, si era accorta dell’arrivo dei due uomini e, intuendo la situazione, aveva telefonato di nascosto ad un’amica, vittima anch’essa dello stesso usuraio, nascondendo in tasca un secondo telefono cellulare ed evitando così che le venisse sottratto dai sequestratori.
La malcapitata è stata costretta a seguire con la propria auto quella dell’uomo, accompagnata dal secondo complice, seduto accanto a lei.
Fortunatamente, l’amica aveva nel frattempo telefonato sia al commissariato “Colombo” che al 113, informandoli di quanto stava accadendo. Immediato l’intervento degli uomini del reparto volanti e della giudiziaria del commissariato. Intanto sono scattate le indagini finalizzate al rintraccio della vittima attraverso la localizzazione del suo cellulare.
La donna è stata condotta presso un chiosco di fiori ad Ostia dove i due sequestratori hanno iniziato a minacciarla di morte se non avesse pagato il debito.
Come se non bastasse uno dei due ha iniziato a picchiarla mostrandole prima due coltelli, poi un machete ed infine anche una pistola, minacciandola di tagliarle due dita per il risarcimento di quanto dovuto.
Nel frattempo le pattuglie della polizia, appresa la zona di intervento grazie alla individuazione della cella dove si era agganciato il cellulare della donna, hanno iniziato le ricerche del covo dei sequestratori.
Gli uomini del commissariato, coordinati dalla dottoressa Agnese Cedrone, avendo intuito chi potessero essere i protagonisti della vicenda, sono riusciti ad individuare il negozio di fiori e lì hanno visto uno dei sequestratori, il leader della banda, mentre era in procinto di allontanarsi.
La vittima invece, a bordo della propria auto, stava percorrendo la via Cristoforo Colombo insieme all’altro sequestratore. La donna infatti, come poi ha raccontato alla polizia, impaurita, aveva promesso ai due di recarsi in banca per prelevare una somma di denaro.
Bloccate entrambe le autovetture, i due sono stati fermati.
All’interno dell’autovettura del “capo” , nel vano bagagli, sono stati rinvenuti e sequestrati sia i coltelli che la pistola, una cal. 22 con matricola abrasa completa di proiettili, utilizzata per minacciare la donna. Condotti in commissariato, i due sono stati arrestati per sequestro di persona, porto abusivo d’arma da fuoco ed oggetti atti ad offendere nonché denunciati per minaccia aggravata.
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