Ostia – In tempo di crisi e di calo dei consumi arriva la notizia, curiosa, che anche i sexy shop farebbero fatica ad andare avanti. Troppe spese e poche entrate, insomma. E i negozi stanno abbassando le serrande. Che è poi quello che sta accadendo ai “comuni” esercizi commerciali di abbigliamento e di altri articoli di Ostia e della Capitale.

Tornando ai negozi dove si vendono oggettini e tutto il fantasioso necessario a garantire serate bollenti, il loro nuovo agguerrito concorrente è il sexy shop on line. Rappresenterebbero la nuova frontiera  del franchising e si candidano a diventare i nuovi “mammuth del web”. Lo scrive la giornalista Sabina Cuccaro nel suo blog Sex and Rome.   

“I sexy shop su strada stanno chiudendo”, spiega però Assosex, l’associazione a tutela dei diritti e libertà individuali, “ma non è solo a causa della crisi. Prima avevano senso perché vendevano videocassette o dvd porno: ora chi vuole vedere un film lo scarica direttamente da Internet”. “O lo compra on line”, precisa Sabina Cuccaro.

Ma sul Lido di Ostia qual è la situazione? “Non lavoriamo molto ma francamente non so dire se questo dipenda dalla crisi”, spiega Elisa, titolare della Mandrakata, una videoteca specializzata in pellicole erotiche con annesso reparto con articoli “particolari” in via del Mare di Bering, zona un po’ isolata e poco commerciale di Ostia levante. “Abbiamo rilevato l’attività circa un anno fa: era abbandonata e poco curata. Pian piano l’abbiamo rinnovata ma fare un bilancio adesso è ancora prematuro”.

Quali sono gli articoli maggiormente richiesti?, domandiamo. “Lavoriamo molto con i tanti gadget di addio al nubilato e al celibato. E poi con l’intimo: bustier, completini fantasiosi ma anche oggettistica e manette. Insomma, il classico. Abbiamo poi anche video benché in questo settore forse ci sia qualche flessione”.

Ed Elisa ci segnala anche l’esistenza di un negozio specializzato in una via poco distante, appartenente ad una nota catena. Dopo aver aperto un paio di mesi dopo la Mandrakata, sarebbe, secondo la titolare, in cattive acque. Pronto ad abbassare la serranda. Si tratta di quegli esercizi dove si accede solo utilizzando una card a tutela della privacy del cliente.

Per la cronaca. Nel Lazio a farla da padrona è la Faronet srl (69 shop per gli appassionati) in campo dal 1999, che nell’ultimo anno ha incrementato il suo fatturato del 30%”. “L’anno scorso abbiamo aperto una catena di negozi su strada”, spiega Roberto Campisi, amministratore delegato della società, “ma l’abbiamo subito chiusa perché non andava incontro alle nostre aspettative: abbiamo deciso di puntare tutto sull’on line”.

"Scelta quanto mai azzeccata: ad oggi la Faronet conta oltre 200 affiliati e 5 mila ordini nell’ultimo anno per quasi 40 mila clienti”, spiega la blogger. Come funziona? Chi apre un sexy shop on line non ha nessun costo iniziale: la società madre mette a disposizione il sito e il magazzino con la merce. L’affiliato guadagna il 30% sul prezzo al pubblico, l’azienda il 20%.

Abbastanza semplice, spiega un titolare, mettersi in proprio. Con un investimento di circa 10 mila euro ad una società viene realizzato un sito web e fatta una campagna pubblicitaria basica. Poi  l’azienda viene gestita in modo autonomo.