Ostia – Contro il rischio di nuovi sgomberi dei rom dalla pineta delle Acque rosse, a Ostia, si schiera anche Filippo Lange, operatore socioculturale del centro Affabulazione. Lange si unisce al grido d’allarme lanciato ieri da don Franco De Donno, responsabile della Caritas della XXVI prefettura diocesana di Roma. Il sacerdote, invece di procedere con gli ennesimi sgomberi di cui si parlerebbe già da qualche giorno a Roma, ha invitato tutte le istituzioni, prefetto in testa, a collaborare per favorire l’integrazione dei nomadi realizzando progetti di inserimento.


“Siamo di fronte all’ennesimo rischio sgombero delle baracche delle Acque rosse, carne da macello nella campagna elettorale del centro-destra che in questi cinque anni di governo ha pensato bene di utilizzare i fondi del ‘piano nomadi’ solo per inasprire le misure repressive invece di avviare i necessari percorsi di emersione ed inserimento sociale”, dichiara l’operatore culturale. L’amministrazione Alemanno continuerebbe, secondo Lange, di sgombero in sgombero, a dispetto dei continui richiami da parte delle istituzioni europee, in difesa dei diritti civili riconosciuti a tutti i cittadini, soprattutto a quelli più fragili come i rom e i senza fissa dimora, che vivono in condizioni di assoluta povertà.

 
Per questa ragione l’operatore del centro culturale Affabulazione sostiene “pienamente il lavoro che la Caritas della XXVI prefettura diocesana di Roma, attraverso la figura carismatica e solidale di don Franco De Donno, sta compiendo in collaborazione con la facoltà di architettura di Roma Tre per trovare una soluzione dignitosa e definitiva centrata su un progetto di autocostruzione e di formazione professionalizzante”. Il progetto prevede la realizzazione di un centro auto costruito. A questo scopo la parrocchia di piazza San Leonardo da Porto Maurizio, ad Acilia, ha già messo a disposizione un capannone dove effettuare lavori di falegnameria e avviare così le persone alla formazione professionale.

 
Anche Lange, dunque, si unisce a don Franco nel chiedere alle autorità competenti e al prefetto di Roma di intervenire per “evitare lo spreco di ulteriori risorse pubbliche per sgomberi inutili che non risolvono il problema, ma che semmai lo spostano di qualche metro, avviando subito un programma pilota che può rappresentare un percorso innovativo e sostenibile anche per molte altre città italiane”.