Ostia – Filippo Lange, presidente dell’associazione culturale Affabulazione e operatore culturale, condanna le modalità con le quale questa mattina è stato effettuato lo sgombero delle famiglie che da un mese occupavano l’ex scuola di viale Vega, ad Ostia levante.

“Colpisce la violenza con cui le forze dell’ordine hanno trattato le famiglie e la reazione disperata di una piccola comunità di 30 persone che è ricorsa per due volte nell’arco di un trimestre all’occupazione di uno stabile”, spiega Lange: “Sono cittadini rimasti senza occupazione e giovani famiglie senza un alloggio: la crisi morde e colpisce gli strati più vulnerabili della nostra società”.

 

“Colpisce”, prosegue, “la totale assenza di un progetto di edilizia popolare in questa città e in questo paese. A fronte di una quantità importante di seconde e terze case sfitte e di enti pubblici in via di dismissione, ci si chiede cosa aspettino l’istituzione locale e il governo nazionale ad estendere con una politica su vasta scala  la disponibilità di alloggi popolari per la popolazione in sofferenza economica. Si sceglie invece la strada delle regalie ai poteri forti, alle clientele fatte da amici degli amici e si lascia senza soluzione una questione cittadina e nazionale in perenne emergenza”.

 

“E nella crisi l’Italia diventa un paese sempre più invivibile e sempre meno civile: i governi optano per l’uso della forza e della violenza istituzionale come strumento principale per rispondere agli effetti della crisi, senza trovare mai una soluzione duratura al problema della casa. Per riacquisire un po’ di credibilità ci si aspetterebbe dal governo della città, e del paese, lo stanziamento di un fondo straordinario per l’emergenza casa”, sottolinea Lange.

“Intanto anche i municipi – a cominciare dal Tredicesimo- possono avviare su scala locale una mappatura immediata di luoghi di proprietà pubblica da destinare a sistemazione alloggiativa.  Chissà che presto al posto della polizia non si possa intervenire con un progetto sociale e inclusivo, riconsegnando uno status  di paese civile all’Italia in cui al posto della corruzione e dei connubi tra mafie e politica emerga invece una sensibilità istituzionale – ed un nuovo quadro dirigente - che lavori per i diritti essenziali dei cittadini, a partire proprio da chi ha più bisogno”.
 

“Infine”, conclude, “credo la cittadinanza abbia il diritto di sapere quando verrà aperta la scuola materna di viale Vega, da alcuni anni rimasta in uno stato di abbandono dopo l’avvio di un interminabile cantiere. Di fronte al dramma di  1800 bambini rimasti, tra nido e materna, in lista d’attesa è d’obbligo accelerare la ristrutturazione dello stabile”.