“Quanto accaduto a Ostia, dove un ragazzo è stato selvaggiamente picchiato per il solo fatto di fare schiamazzi, e’ allarmante e deve far riflettere. Aspettando che gli organi inquirenti facciano piena luce sulle funzioni effettivamente svolte dagli esecutori dell’aggressione, e senza generalizzare arbitrariamente a partire da questo gravissimo episodio per chiamare in causa l’intera categoria dei cosiddetti buttafuori”, lo dichiara Fabrizio Santori, presidente della commissione Sicurezza del Comune di Roma.

“E' tuttavia importante - continua Santori - cogliere l’occasione per fare chiarezza su questa materia. Innanzitutto occorre ricordare che esiste un’ordinanza comunale contro gli schiamazzi notturni, la cui applicazione spetta esclusivamente agli organi competenti e alle forze dell’ordine,  che devono essere semplicemente allertare da coloro che ne vogliano segnalare episodi di eventuale trasgressione. Dopodichè bisogna dire con chiarezza che è giunto il momento di compiere tutti i passi concreti per mettere in atto il decreto del Ministero dell’Interno, firmato dal Ministro Maroni, legge n.94 del 15 luglio 2009, disposizioni in materia di sicurezza urbana, con il quale si istituisce l’albo professionale dei cosiddetti “buttafuori”. Con esso si stabiliscono in modo chiaro i requisiti per l’iscrizione nell’elenco della Prefettura del personale addetto al servizio di controllo nelle attività di intrattenimento e spettacolo, definendone l’iter formativo da superare, gli ambiti di competenza e i compiti effettivamente spettanti. I corsi di formazione sono stati delegati alla Regione Lazio che entro il 31 dicembre 2010 dovrà provvedere alla formazione professionale degli aspiranti addetti. L’amministrazione comunale, proprio per accelerare i tempi e portare a compimento questo passaggio indispensabile, ha già espresso la sua disponibilità a surrogare la Regione nei compiti di formazione del personale, ed è in attesa di ricevere una risposta.  La creazione dell’albo professionale rappresenta, infatti, la via maestra non solo per impedire che episodi gravissimi come quello di Ostia possano ripetersi in futuro,  ma soprattutto per garantire che coloro che si occupano di sicurezza,  facendo riferimento solo ed esclusivamente agli organi preposti dalla legge e alle forze dell’ordine, possano avere chiari e definiti i loro compiti e le loro effettive attribuzioni. Collaborare con le forze dell’ordine per prevenire i rischi da consumo di alcol e guida in stato di ubriachezza, assicurare il ritorno dei ragazzi a casa in condizioni di maggiore sicurezza possibile, prevenire e segnalare episodi di aggressione e di bullismo, sono obiettivi già praticati spontaneamente, ma mettere in rete ogni risorsa e stabilire un chiaro quadro regolamentare di tutti coloro che operano in ausilio alle forze dell’ordine è una misura non più rimandabile. Essa può rappresentare il volano per garantire a tutti i romani una maggiore e reale presenza dei tutori dell’ordine non solo a livello di percezione, ma come effettiva capacità di deterrenza e moral suasion contro comportamenti e condotte pericolose per sé e per gli altri, da qualunque parte essi provengano”.