Ostia, Punto D: “Stupro di Montalto: noi ci saremo”
Ostia – ‘Stupro di Montalto: noi ci saremo’. E’ questa la decisa affermazione di Manuela Campitelli, presidente dell’associazione Punto D di Ostia, che invita tutte le donne e gli esponenti della società civile ad essere presenti l' 8 e il 9 luglio, dalle 20.30 alle 21.30, davanti al tribunale dei minori di lungotevere dei Bresciani per richiamare l'attenzione sull'udienza dell' 11 luglio e ribadire che giustizia non è stata fatta, ricordando che “vogliamo giustizia per M. nel rispetto della Costituzione”. Queste le parole di M., la giovane che sei anni fa subì la brutalità del branco: “Mi hanno preso la vita e rubato il futuro. Ho sperato ogni giorno di avere giustizia, ma se avessi saputo che finiva così non li avrei mai denunciati. Ora sono stanca, non ho più la forza di combattere”. Ed ecco le parole della madre: “Quello che hanno fatto a mia figlia lo sento ogni giorno anche sulla mia pelle, sono ferite aperte. Era poco più che una bambina: oggi vive quasi nascosta, a casa di un'amica dove fa la baby sitter. Ha smesso di andare a scuola, è l'ombra della bella ragazza che era, ha paura del buio, da quella notte maledetta non ha mai più messo una gonna, e in tutti questi anni nessuno dei suoi aguzzini, o dei loro genitori, si è avvicinato per dirmi ‘mi dispiace, mio figlio ha sbagliato’. Anzi… Durante le udienze i ragazzi ridevano". Era il 31 marzo del 2007 quando M., una giovane di Montalto, fu stuprata dal branco. Da allora sono trascorsi sei anni.
Sei anni fino all’11 luglio prossimo. Sei anni per ottenere ingiustizia, sottolineano con amarezza all’Udi – Unione donne in Italia. Dalla prima udienza in poi l’Udi ha assunto un impegno perché M. ottenesse verità e giustizia. Le Udi romane, come sempre, giovedì 11 luglio saranno presenti a lungotevere dei Bresciani, davanti al Tribunale dei minori. In quella data infatti è prevista l’ ultima udienza di quello che ormai viene chiamato il processo per lo stupro di Montalto di Castro, avvenuto nella notte tra il 31 marzo e il 1 aprile 2007 da parte del branco di otto ragazzi, allora minorenni, che usarono violenza e infierirono brutalmente sull'allora quindicenne M. “colpevole” di indossare una minigonna e… Di avere fiducia nel mondo. Con ordinanza del 25 marzo 2013, pur riconoscendo la colpevolezza degli imputati, il Tribunale dei minori non ha accolto la richiesta del pm Carlo Paolella per una pena di quattro anni e ha disposto per una seconda “messa in prova” con un programma i cui termini verranno comunicati dai servizi sociali durante questa nuova udienza dell’11 luglio prossimo. Se il riconoscimento oggettivo da parte del tribunale dello stupro ai danni della ragazza ha sancito in maniera definitiva la colpevolezza degli imputati, la decisione dei magistrati rappresenta una nuova ferita inflitta a M., alla sua famiglia e alle donne tutte. M. è stata stuprata quella notte dal branco e poi ancora vilipesa, in questi lunghi anni in cui non è stata creduta, subendo così ulteriore intollerabile violenza. “Abbiamo trovato da subito inaccettabile questa nuova “messa in prova”. Qualora essa - a differenza della precedente durante la quale non si vide negli imputati alcun segno di ravvedimento - dovesse dare esito “positivo”, (a giudizio di chi? Di chi dovremmo fidarci?) questo porterebbe all’estinzione del reato.
E i colpevoli ne usciranno forse “riabilitati”, ma comunque impuniti, magari fino a convincersi di non aver fatto "nulla di male". E sentiremo ancora parlare di " bravi ragazzi che hanno sbagliato”, sentiremo ancora parlare delle minigonne come “istigazione a delinquere”, sentiremo ancora contrabbandare la gioia, la fiducia nel mondo e il sorriso di una quindicenne come una “provocazione””, spiegano all’Udi, con il sostegno di Punto D, l’associazione nata ad Ostia proprio all’indomani del brutale omicidio di Michela Fioretti, l’infermiera di Dragona uccisa sul viadotto Zelia Nuttal. “Abbiamo chiesto verità e giustizia: la verità è accertata, ma giustizia non è stata fatta”, proseguono: “l’8 e il 9 luglio dalle 20.30 alle 21.30 saremo sul lungotevere davanti al Tribunale dei minori di via dei Bresciani per chiedere che la “messa in prova” non sia una ulteriore presa in giro dell’ idea stessa di giustizia. Invitiamo tutte a partecipare con i propri volantiani e strizioni”.
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