Ostia – Fuori uso entrambe le apparecchiature per effettuare la Tac del reparto di radiologia dell’ospedale Grassi di Ostia. La prima risulterebbe rotta da ormai due mesi, mentre la seconda è ko dalla sera di giovedì 24 luglio. A darne notizia è Giuseppe Conforzi, coordinatore della Uil Fpl della Asl Roma D nonché impiegato a radiologia. I disagi, e anche i costi conseguenti, sono notevoli. “Per prima cosa c’è da dire che entrambe le Tac sono obsolete, vecchie di almeno dieci, dodici anni. Fino ad oggi sono andate avanti a singhiozzo, rompendosi continuamente e sottoposte a continue riparazioni: andrebbero sostituite con delle nuove apparecchiature perché le riparazioni, costosissime, non bastano più”, spiega Giuseppe Conforzi. “Inoltre, da quando si sono rotte, i pazienti del pronto soccorso e dei diversi reparti, tra cui quello oncologico, sono costretti ad essere dirottati in altri presidi ospedalieri per effettuare un esame così importante”, spiega Giuseppe Conforzi. “C’è poi, appunto, oltre al disagio dei trasferimenti, il costo tutt’altro che indifferente che  questa situazione comporta: dal trasporto in ambulanza a quello dell’esame effettuato nelle altre strutture sanitarie, come il San Camillo, per esempio”, prosegue.

 

 “Al reparto di radiologia del Grassi vengono effettuate circa 12, 13mila Tac (tomografie assiali computerizzate) ogni anno. Forse il numero più alto di questo tipo di esami in tutta la Regione visto che al nosocomio lidense fanno riferimento 300mila abitanti che in estate si triplicano: insomma, non poter contare sulla Tac è un vero e proprio dramma. Anzi, al reparto è il caos, come ho potuto constatare già giovedì sera quando si è fermata la seconda e ne ho informato il direttore sanitario”, afferma il sindacalista. “Domani, lunedì 28 luglio, verranno i tecnici per cercare di riparare la prima, mentre per l’altra, cui si è rotto un tubo, i tempi si annunciano decisamente più lunghi perché il pezzo dovrà essere acquistato e l’acquisto inserito nell’apposita voce di bilancio. Non sarebbe, dico io,  il caso di sostituirle con nuove Tac magari risparmiando su ‘consulenze d’oro’?”, domanda ancora Giuseppe Conforzi. “Intanto, vista  l'urgenza, non si potrebbe prendere in prestito la Tac del presidio di via Vaiano che lavora a ritmi ridotti e che è ancora in fase di rodaggio? A quanto ci risulta, funziona ad un decimo di quel che potrebbe e dovrebbe. Noi, come Uil, non ci stancheremo mai di far conoscere ai cittadini la situazione che si è venuta a creare. E intanto il direttore generale, arrivato un paio di mesi fa, si è fatto rinnovare l’ufficio e il bagno: era una spesa necessaria? Io ci sono stato: l’ufficio era già grande… Ma va bene anche l’ufficio rifatto: non è illegale, no, ma forse... Inopportuno. In un momento in cui non ci sono soldi, manca il personale, il direttore dà le ferie pure al direttore sanitario aziendale che ha portato con sé. Noi ci saremmo aspettati sostegno dal direttore sanitario aziendale: invece è in ferie. La situazione è drammatica, ecco. Possibile conferire un incarico da 105mila euro ad un igienista? Forse le priorità sono altre”.

 

“Sono stati ridotti gli interventi in sala operatoria, il personale è sottoposto a turni pesanti, è allo sbando. Per quanto riguarda la Tac, pensiamo davvero che si potrebbe intervenire spostando quella di via Vaiano: smontarla e rimontarla dovrebbe costare circa 25mila euro. Vediamo domani come andrà con la riparazione: uno degli ultimi interventi è costato 80mila euro. Con tutte le riparazioni si sarebbero potute acquistare apparecchiature da 6, 700mila euro o anche da meno. Uno spreco di denaro che ci indigna”, conclude Giuseppe Conforzi. La Uil Fpl Asl RmD ha inviato la segnalazione al commissario ad acta della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, e ai vertici dell’azienda sanitaria.