A processo quattro attivisti del Comitato per la riapertura del Teatro del Lido
Ostia - Il prossimo 19 febbraio quattro attivisti del Comitato cittadino per la riapertura del Teatro del Lido di Ostia, tra cui un ex lavoratore dello stabile, saranno processati in tribunale per "occupazione di luogo pubblico e interruzione di pubblico servizio".
Tutto ha inizio il 30 giugno 2008 quando la giunta Alemanno, insediata in Campidoglio da appena due mesi, lo stabile di via delle Sirene per motivi sconosciuti.
Nei cinque anni precedenti (2003-2008), infatti, il Lido aveva sperimentato con successo un modello di gestione pubblica e partecipata, sostituendo la figura del direttore artistico con un consorzio di associazioni culturali attive sul territorio.
Un caso unico nel nostro Paese. Tanti gli artisti che, dal 2003 al 2008, hanno attraversato questo spazio. Tra gli altri Emma Dante, Roberto Herlizka, Moni Ovadia, Marco Paolini, Aterballetto, Kismet Teatro di Bari, Ascanio Celestini, Gotan Project, Edoardo Sanguineti, Andrea Camilleri, Erri De Luca, Officina Zoè, Sosta Palmizi, Misha Van Hoecke, Jordi Savall, Danilo Rea, Avion Travel, Angela Finocchiaro, Paolo Hendel, Giobbe Covatta. Altissima l’affluenza del pubblico alle numerose rappresentazioni.
Non solo: la programmazione comprendeva anche una grandissima attenzione alla formazione del pubblico, con proposte specificatamente rivolte all'infanzia e all'adolescenza, e un'osmosi con le esigenze del territorio, attraverso la manifestazione "Così fan tutti", che apriva il teatro ai saggi, alle giovani compagnie, alle compagnie amatoriali; si trattava dunque di una progettualità organica, integrata e di rete, che includeva tutte le fasce sociali e tutte le forme di espressività (arti visive, danza, musica, teatro).
“Chiudere il teatro ha significato privare Ostia, territorio di “frontiera”, popolato da più di 200.000 abitanti, del solo luogo pubblico di formazione, espressione e costruzione culturale definito dal basso grazie alla cittadinanza, dove è stato possibile per anni creare, immaginare, costruire, rappresentare”, spiegano al comitato.
Si arriva al 26 febbraio del 2010 quando il Comitato cittadino per la riapertura del teatro del Lido, formato non solo da associazioni culturali ma anche da artisti, teatranti e liberi cittadini, riapre lo spazio con un’azione propositiva e responsabile, restituendolo di fatto alla città, e avviando un arduo confronto con le istituzioni, dalle quali attende tuttora che si mantengano gli impegni presi (riapertura del teatro, riassunzione degli ex lavoratori e conferma del modello pubblico e partecipato e dell'autonomia di gestione).
Durante gli ultimi tre anni il Lido ha ospitato, oltre a spettacoli di teatro, musica e danza, anche le prove di gruppi teatrali e musicali del territorio, laboratori artistici e scenografici, convegni, mostre fotografiche e pittoriche, laboratorio di sartoria e scenotecnica, una ciclo-officina e una biblioteca avviata grazie a testi universitari su cinema e teatro donati da Laterza Editore e arricchita dalle numerose donazioni dei cittadini con le sottoscrizioni del pubblico come unica fonte di finanziamento.
Lo stabile è tuttora il punto di partenza logistico per numerose riflessioni ed esperienze fondamentali per il territorio (Riprendiamoci le Spiagge, Palestra e Scuola Popolare, Cantieri della Partecipazione) (http://teatrodellido.it/storia/stagioni-speciali-a-cura-dei-cittadini/).
In questi quasi tre anni di "riapertura da parte dei cittadini" sono però piovute sul comitato più di 30 denunce. E il 19 febbraio ci sarà il processo di ricorso per la condanna per occupazione a quattro membri del comitato.
“Non possiamo restare in silenzio di fronte a chi vuol trasformare un atto di responsabilità, costruzione e partecipazione in motivo di condanna. Invitiamo tutti i cittadini che hanno avuto modo di conoscere lo spazio a divulgare questa ennesima aggressione alla costruzione di spazi di libera espressione e di aggregazione, spazi dove sia possibile immaginare una nuova città, una nuova cultura, un nuovo futuro”, è l’appello del comitato.
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