Ostia, al via le performance di “Teatro Nudo”
Ostia antica - Si terranno il 21 e il 24 aprile nella Sala Riario di Sant’Aurea ad Ostia Antica le nuove iniziative dell’associazione “Teatro Nudo”. Domenica, Natale di Roma, alle 18, la Sala Riario del Borgo di Ostia Antica, farà da scenario allo spettacolo “Hafla”, una commistione di danza, musica e parole proposta dalla danzatrice e regista Michela Caputi e della quale è autrice Beatrice Palumbo che ha raccolto testi e versi di Marta Graham, Gibran e Fatma Mernissi. Allo stesso modo, Michela Caputi ha selezionato musiche e coreografato danze che vanno dal classico al contemporaneo, dall’orientale al latino, dal flamenco al tribale. Danze eseguite dalla Djamilah dance group che si avvale della presenza delle attrici Angela Patriota Tes, Silvia Perciballi, Sisto Mastripieri e Roberta Necchia.
Mercoledì 24 aprile, sempre nella sala Riario ma alle 21, ecco “Baroque time zone a cure di Teatro delle Onde." Anche in questo caso si tratta di sinergia tra movimento e musica con un richiamo al ‘700. Come ha avuto modo di spiegare Valeria Freiberg, “l’intento di Teatro nudo è quello di portare nuove esperienze in campo teatrale, nuove proposte, con testi raramente rappresentanti al di là del rito teatrale fine a se stesso”. A proposito di coinvolgimento, domenica 21 aprile ma alle 21, dopo la performance del pomeriggio, si svolgerà la premiazione dei vincitori di “CorriBimbi al mare”, iniziativa legata alla maratona Mare di Roma che si è tenuta nello scorso mese di ottobre e che ha visto il coinvolgimento degli alunni delle scuole elementari del territorio. In questo modo proprio i ragazzi avranno modo di approcciare un ambito culturale diverso dal solito.
Per il mese di maggio si sta pensando ad una kermesse delle arti sceniche all’aperto ed il 22 giugno ecco il coinvolgimento di stabilimenti balneari. Così il mare di Ostia diventa un simbolo di incontro e non di confine incorniciando una serie di incontri teatrali nati per proporre spettacoli che più di altri hanno saputo coniugare l'innovazione sulla scena con l'alterità della vita umana nelle sue eccezioni più grandi.
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