Tevere “sorvegliato speciale”: in arrivo la piena
Ostia – A causa dell’innalzamento del livello delle acque del Tevere i vigili del fuoco, su disposizione della protezione civile, hanno chiuso gli accessi alle banchine a cominciare dalle tarda mattinata di oggi. Monitorata la foce del Tevere a Fiumara grande e a Ostia dove viene tenuto sotto controllo il fiume all’altezza di Capo Due Rami, a Ostia antica.
Potrebbe verificarsi anche un innalzamento del livello del mare per effetto del soffiare dei venti di ponente.
I pompieri hanno dunque chiuso l’entrata alle banchine in tutto il tratto urbano del fiume che attraversa la Capitale proprio per il forte innalzamento del livello delle acque del fiume considerate le abbondanti piogge delle ultime ore che in particolare hanno interessato il viterbese.
Secondo quanto riferito ai tg del servizio nazionale il livello è aumentato anche per le forti precipitazioni in Umbria. Oggi l’idrometro di Ripetta ha segnato il livello degli 8 metri, superando di alcuni centimetri, almeno 4, quello di guardia.
L’ondata di piena sarebbe prevista per domani, martedì 13 novembre, tra le 12 e le 14. Il Tevere sarà sorvegliato speciale da oggi fino a domani: in azione la protezione civile di Roma e i vigili del fuoco.
Nella Capitale si trovano i tre sbarramenti in prossimità di Castel Giubileo, della cassa di espansione di Alviano e dalla diga di Corbara, a Orvieti. Non dovrebbero registrarsi particolari criticità in quanto la piena è tenuta sotto controllo.
Su quanto sta accadendo nel viterbese, tra evacuazioni, crolli di ponti, blocco delle arterie stradali, allagamenti di case e di bestiame affogato, intervengono il presidente dei Verdi del Lazio, Nando Bonessio, e il portavoce dei Verdi di Viterbo, Diego Piermattei.
“Questo mette in luce ancora una volta la fragilità "voluta" di questi territori”, affermano gli esponenti politici: “si tratta di una fragilità "voluta" e anzi "cercata" dalla speculazione edilizia, perchè da troppi decenni assistiamo a un'aggressione a questo territorio da parte del cemento, senza alcuna regola di buon senso, senza una strategia di regolamentazione delle acque e sopratutto con la volontà di continuare a costruire centinaia di migliaia di metri cubi come vorrebbe fare il piano casa regionale”.
“E’ necessario allentare il Patto di stabilità per gli enti locali nel caso di utilizzo dei fondi per il dissesto idrogeologico, ma non si illudano gli amministratori locali che appena passata la tempesta fanno a gara nella concessione delle licenze edilizie. Questo è uno scenario che deve essere radicalmente cambiato perchè gli eventi estremi, a causa dei cambiamenti climatici, saranno sempre più frequenti e bisogna mettere a punto precise strategie d'adattamento e mitigazione che oltretutto possono diventare il vero volano di sviluppo locale per le realtà edilizie del territorio”, concludono Bonessio e Piermattei.
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