Ostia – All’indomani del doppio appuntamento in municipio per discutere dell’ormai annosa questione delle antenne presenti sulla Torre Acea, a Ostia levante, ecco l’appello accorato di Alessandra Perlusz, presidente del comitato di quartiere Parco della Vittoria-Silvio Messina in favore del completo smantellamento dei nove ripetitori presenti sull’edificio.

 

 

Dopo la seduta dell’osservatorio socio-sanitario di lunedì scorso e il consiglio straordinario che si è svolto ieri, al termine del quale è stato votato un documento unitario per la rescissione del contratto da parte di Acea con i  gestori delle compagnie di telefonia mobile, Alessandra Perlusz fa il punto sulla situazione.

 

 

“Siamo sì soddisfatti per il documento firmato ma staremo a vedere”, spiega, decisa: “Nel corso degli anni di promesse e di impegni ne sono stati fatti tanti. Adesso vigileremo perché si passi dalle parole ai fatti. Altrimenti annuncio sin da ora la possibilità di azioni clamorose”, sottolinea l’esponente del direttivo. Che poi passa all’analisi di quella che si può definire una “tragedia metropolitana”.

 

 

Durante gli ultimi dodici anni, non può essere infatti soltanto una coincidenza la morte e la malattia di cittadini di viale del Lido, via Capitan Casella, viale della Vittoria e di tutte quelle strade che si trovano nel “maledetto quadrilatero oncologico” esposto all’effetto delle emissioni elettromagnetiche.

 

 

“Cercheremo di essere il più sintetici possibili, anche se la tragedia che un intero quartiere di Ostia ha vissuto e continua a vivere merita un libro. Cosa che avverrà prossimamente grazie a due giornalisti che con molto coraggio hanno svolto inchieste approfondite e, tra mille difficoltà, le renderanno pubbliche”, dichiara Perlusz.

 

 

 

“Riteniamo che dopo il dramma di Ceccano e dintorni causato da Radio Vaticana, il non invidiabile primato di antenne di telefonia mobile spetti al nostro quartiere. Ben 24 hanno troneggiato sulla Torre Acea dalla fine degli anni 90.  Sia ben chiaro che ci rendiamo conto che i cellulari sono una realtà, una necessità, e che migliorano la qualità della vita e che quindi le antenne siano necessarie ed indispensabili. E’ evidente però  che i danni di una nuova tecnologia vengano al nodo con il passare degli anni. Ricordiamoci dell'amianto, dell'uranio impoverito, del ddt. Per venire al punto”, sottolinea l’esponente del direttivo, “dei tumori legati alla lunga e costante esposizione alle onde elettromagnetiche se ne parla con certezza da pochi anni”.

 

 

Nel quartiere, però, i residenti l’hanno capito da almeno un decennio. Sono “anche” convinti che l'esposizione ad un'antenna non faccia troppi danni. Ma 24 tutte insieme, sì. Il loro effetto letale come negarlo?  

 

 

Le prime avvisaglie nel 2001, 2002. Nel palazzo che dista circa 35 metri dalla Torre, oggi tristemente ribattezzato dagli ostiensi “reparto oncologico”, i primi malati ed i primi morti. Si tratta di un piccolo condominio in cui abitano, o abitavano,  11 persone: Silvia, una giovane sposa, è deceduta nel 2004 per un tumore. Era già stata operata in precedenza ed era andata ad abitare lì. L'esposizione costante e fissa a quel bombardamento di onde elettromagnetiche avrebbe vanificato le pesanti cure chemioterapiche.

 

 

Ludovica, la seconda vittima, lotta da un tumore all'altro sin dal 2001. Di chemio in chemio è deceduta l'anno scorso. Leggere il calvario a cui è stata sottoposta toglie la pace: Ludovica era certa che il suo dramma fosse causato da quelle antenne ed  era scesa in campo per prima per chiederne lo smantellamento. Dopo ogni chemio le veniva consigliato di non rientrare  nella sua abitazione.  Una persona eccezionale, viva, solare, splendida: è la nostra presidente onoraria.

 

 

 

Al quarto piano abita una famiglia di quattro persone: quattro tumori ed una patologia alla tiroide. A questa famiglia era stato consigliato di traslocare. Giustamente si sono rifiutati. Lì vogliono stare. Sono le antenne che se ne devono andare. I due figli sì, ora abitano altrove. La figlia maggiore nel 2005 è stata operata di tumore alla tiroide e l'anno successivo di tumore al seno.

 

 

 

Da considerare che non tutti dichiarano la loro malattia. Se ne vergognano o non la vogliono  condividere con gli altri. Ma le cose si sanno e la conta dei malati e di chi non c'è più si allunga in continuazione. Ben lo sanno i medici di famiglia. Di fronte e nelle vie adiacenti in linea d'aria con la torre  negli ultimi anni tanti tumori alla  tiroide e, nelle donne, al seno. L'estate scorsa nella sola via Capitan Casella a luglio sono stati diagnosticati 7 nuovi casi tumorali: 2 persone ne sono già morte.

 

 

 

Da aprile di quest'anno ad oggi in viale del Lido 6 casi di leucemia. Un nuovo caso , sempre di leucemia fulminante, è di questi giorni in via Capitan Casella 3. L'elenco è lungo. Troppo. E' agghiacciante.

 

 

Che le leucemie siano correlate alle onde elettromagnetiche ormai se ne parla diffusamente anche sulla stampa. E il principio di precauzione? Chi deve proteggere i cittadini se non chi li amministra?

 

 

 

Dal 2003 sono iniziate le manifestazioni di protesta cui ha partecipato via via sempre più gente preoccupata e spaventata: oltre 300 persone hanno chiesto alle autorità di togliere queste malefiche antenne.

 

 

 

Nel 2005, a giugno, si parlava dell'installazione di un'ulteriore antenna sulla Torre: immediata la risposta dei cittadini che decidevano di presidiare i cancelli sin dall'alba.

La domenica del 3 luglio alle 6.45  un'auto impazzita è piombata sui presidianti: due feriti, Ludovica, sì, lei, e Marinella, ed un morto, Silvio Messina, il cui nome  è stato aggiunto a quello del Comitato per ricordarne il  sacrificio per il bene della collettività.

 

 

 

 

Questa tragedia ha scosso anche il sindaco  Walter Veltroni che ha voluto porre fine a questa storia.  La torre è anche a partecipazione comunale e quindi il Comune ha voce in capitolo. Grazie a lui, al presidente del municipio, Paolo Orneli, al vice presidente Alessandro Onorato, alla disponibilità del presidente dell'Acea, Fabrizio Fabiani a rinunciare agli introiti derivanti da tale concessione, si è giunti allo storico accordo del 29 novembre 2007 in base al quale entro 2 anni dalla sua firma le antenne dovevano essere dislocate.

 

 

 Ebbene: a novembre saranno ben cinque anni che l'accordo è stato firmato ed ad oggi è stato fatto solo il primo passo. Sono state eliminate le prime 15 antenne. Ma le restanti 9, quelle in cima alla Torre, sono state rimodulate ed innalzate.

 

 

 

Per il resto tutto è fermo. A parte il documento di ieri. Il comitato si è rivolto anche al sindaco Gianni Alemanno, il 24 settembre 2010, chiedendone l’ intervento in qualità di primo cittadino e ritenendoLa custode dei suoi amministrati. (all.5) Aspettiamo ancora una risposta.

 

 

Il secondo punto dell'accordo prevedeva il monitoraggio fisso delle restanti nove antenne in attesa della loro dislocazione.  Troppo tempo è passato senza che sia stato messo in opera. E, siccome nuove patologie continuano a presentarsi, i cittadini ne vogliono la rimozione. Ieri la firma del documento: adesso l’attesa. Anche se di aspettare i cittadini sono stanchi.