“Ostia perde gli uffici giudiziari: una sciagura che pagheremo tutti”
Ostia – E’ ormai certo: il municipio XIII perderà le due sedi del giudice di pace e della sezione distaccata del tribunale di Roma. I tagli inseriti nell’ambito della spending review non hanno risparmiato gli uffici giudiziari di Ostia. Che saranno soppressi benché abbiano sempre operato con ottimi risultati. Inutili dunque gli appelli, gli incontri, le mobilitazioni dei comitati, delle forze politiche, delle associazioni di categoria. Il Tredicesimo esce sconfitto. Ed a pagare saranno i 300.000 cittadini e la loro richiesta di giustizia.
"Per quanto riguarda il salvataggio della sede del giudice di pace è ovvio che il sindaco Gianni Alemanno se ne sia lavato le mani, nonostante la mozione fatta votare in assemblea capitolina dalla quasi totalità dei consiglieri di maggioranza e opposizione (solo un consigliere del PdL ha votato contro, ndr), che impegnava Roma Capitale a mantenere, assumendone le spese, la sede di via Costanzo Casana, così come sancito dalla stessa legge che ne ordinava la chiusura”, interviene Giulio Notturni, rappresentante di Cambiare davvero e responsabile giovani UdC del municipio XIII.
“Lo considero un atto sconsiderato e privo di logica. Una vera mannaia per il nostro territorio. A questo si devono aggiunge l’assoluta inerzia ed il disinteresse del presidente Giacomo Vizzani e dell’assessore Davide Bordoni, delegato al litorale e politico eletto nel territorio del municipio XIII, che non hanno alzato un dito per convincere il sindaco a prendersi tale impegno!”, prosegue l’esponente politico.
“La chiusura delle due sedi del nostro territorio, un’autentica vittoria ed un vero vanto del nostro municipio, rappresenta adesso una vera e propria piaga sociale. Una sciagura che prima o poi pagheremo tutti. Si parla di garanzia, di giustizia, di diritto ad un equo processo e a tempi umani: tutto questo non può essere garantito da piazzale Clodio, dove approderanno tutte le richieste, perché già oberato da una mole di lavoro tale da non riuscire, quasi, a smaltire quelle già avviate. Figuriamoci quelle che arriveranno una volta chiusa la sede distaccata!”, sottolinea Giulio Notturni.
“Una particolare attenzione, però, ora va posta ai lavoratori e ai dipendenti delle due strutture. Mi auguro fortemente che ad una sciagura già annunciata non si aggiunga la tragedia di licenziamenti e di gente mandata a casa senza possibilità di opposizione. Bisogna”, afferma con forza l’esponente centrista, “garantire gli stessi diritti a tutti i lavoratori che dovranno essere smistati nelle altre sedi giudiziarie romane, tenendo conto della lontananza dalle abitazioni, dalla presenza di figli autosufficienti, da eventuali anziani a carico”.
“Non si può pensare di adottare gli stessi criteri per tutti perché non tutti hanno le stesse caratteristiche e situazioni personali. Anche i tirocinanti del tribunale di Ostia dovranno essere garantiti e non dovranno essere considerati figli di un Dio minore. Il lavoro è lavoro: non si può pensare di considerare quello precario lavoro di serie B per non aggiungere discriminazione a discriminazione. Auspico dunque”, conclude, “che non si sommi la tragedia dei licenziamenti alla già malaugurata sciagura della perdita di due importantissime sedi. In barba al tanto sbandierato decentramento ".
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