Ostia – Uno squalo ancora vivo è stato rinvenuto nel primo mattino di giovedì 9 marzo sulla spiaggia di Ostia. Si tratta di un esemplare di prionace glauca, nota comunemente come verdesca, uno specie innocua già avvistata nelle acque del litorale romano, della lunghezza due metri e 63 centimetri. Il ritrovamento è avvenuto in prossimità dello stabilimento balneare Zenit sul lungomare Amerigo Vespucci.

A segnalare alla capitaneria di porto la presenza dello squalo spiaggiato un passante. A quanto riferiscono i militari gli squali vengono a riva quando sono malati: la morte dell’animale, una femmina, sarebbe da attribuire dunque a cause naturali. Incinta, in grembo aveva cinque piccoli squali di 15 centimetri di lunghezza, che sono deceduti. La capitaneria di porto ha allertato tutti gli enti competenti: sarà effettuato un esame sull’animale. 


Secondo quanto reso noto dalla capitaneria di porto, del ritrovamento sono stati interessati il medico veterinario reperibile della Asl Rm3 e la biologa marina dell’ associazione MedSharks. L’associazione MedSharks, con l’ausilio della Capitaneria di Porto di Roma e della Asl Rm3, ha prelevato, per l’opportuno congelamento e d’intesa con l’Istituto zooprofilattico di Roma, i cinque piccoli. La carcassa dello squalo è stata invece recuperata, per il successivo smaltimento, dal Centro specializzato di Roma.

È emerso che la morte dello squalo è avvenuta, con buona probabilità, a seguito di uno ‘scontro’ con un pesce spada. Il personale della Capitaneria di Porto di Roma ha in effetti ritrovato infilata nel corpo dell’animale la cosiddetta ‘spada’ di circa 30 centimetri: si tratta in effetti della mascella superiore di un pesce spada.

Il personale del Compartimento Marittimo di Roma, sotto il più ampio coordinamento della Direzione Marittima del Lazio, opera costantemente in mare nella tutela delle specie protette e non, quali cetacei, tartarughe e squali, a rischio di estinzione e rimane sempre in prima linea a fornire al dicastero dell’Ambiente e agli enti di ricerca, le informazioni utili a comprendere le cause di tali eventi. Per questo ha voluto ringraziare il solerte cittadino che chiamando la Guardia Costiera ha permesso il rapido intervento scientificamente molto interessante.