Ostia – Diminuiti i servizi di immuno-profilassi, con particolare riferimento al servizio vaccinazioni, alla Asl Roma D. A denunciare la riduzione delle prestazioni è la Uil Fpl. A quanto riferisce la sigla, questo dipenderebbe allo stop del plus orario dei medici  ma in parte anche alla carenza di infermieri, nonché al pensionamento del personale medico e paramedico. Le conseguenze? “Un allungamento delle liste d'attesa in tutto il territorio dell'azienda”, spiega Giuseppe Conforzi, coordinatore Uil Fpl: “alcune sedi hanno diminuito da due ad un giorno la settimana, come nel caso dell'ambulatorio di Massimina. Ma ci sono state segnalate una riduzione delle medicherie che somministrano vaccini anche ad Ostia. Gli utenti”, prosegue, “in alcuni casi devono effettuare anche 20 chilometri per vaccinarsi. Tutto questo avviene senza un confronto con le parti sociali e con i lavoratori interessati”. Il coordinatore chiede  all'azienda di “ripristinare il servizio in piena efficienza nel solo interesse degli utenti”, aggiungendo che la Uil Fpl è “a disposizione per un confronto costruttivo con la Asl Roma D per migliorare il servizio alla cittadinanza”.

 

Ma i problemi non finiscono qui.  “In questi giorni stiamo assistendo a spostamenti da un reparto all'altro per reperire infermieri”, continua Giuseppe Conforzi. “Ma questo ‘gioco della coperta corta’ non porta da nessuna parte. Depotenziare un reparto per colmare la carenza di un altro non fa altro che portare malessere psicologico ai dipendenti nonchè rischi medico-legali. Infatti buona prassi vuole che un infermiere quando passa in un altro reparto abbia un periodo di affiancamento, soprattutto nei reparti ad alta intensità assistenziale  come pronto soccorso, rianimazione, camera operatoria e via di seguito. Invece gli infermieri vengono buttati allo sbaraglio in contesti di sotto organico dove il collega non ha tempo di affiancarti e spiegarti protocolli e procedure che comunque cambiano con il tempo. Inoltre girovagare da un reparto all'altro non permette la continuità assistenziale molto importante per la professione infermieristica”.

 

“Noi abbiamo proposto soluzioni alternative a questo ‘gioco della coperta corta’ attraverso numerose lettere”, afferma il sindacalista. “Abbiamo per esempio due operatori socioassistenziali in camera mortuaria, lavoro che potrebbe essere svolto dagli ausiliari, ma non si capisce per quale arcano motivo non vengano tolti visto che potrebbero essere vitali nell'assistenza dei reparti: fanno forse assistenza ai morti? Abbiamo in azienda casi di assistenti caposala e vice caposala che non fanno assistenza: una figura neanche prevista dal contratto, ma potrebbero essere vitali per l'assistenza. La Asl Roma D ha oltre 50 caposala (coordinatrice):  un numero eccessivo, addirittura molte di loro coordinano se stesse in quanto non hanno un reparto a disposizione! Perchè non utilizzarle per i reparti? Queste sono solo alcune delle anomalie gestionali perpetrate negli anni al Grassi, del Cpo e del territorio. Purtroppo paghiamo anni di mal gestione soprattutto dei servizi infermieristici: alcuni sono ancora in carica, soprattutto al Grassi. Perchè? Siamo d'accordo che il blocco delle assunzioni crei enormi difficoltà e appoggiamo anche la voglia di cambiamento da parte del direttore generale, ma se vuole partire con logica ed effetto la soluzione e giusta è quella da noi indicata”, conclude Conforzi.