Alla cerimonia hanno partecipato il presidente Mario Falconi, la maggioranza, Sami Modiano, sopravvissuto al lager di Birkenau, Marilena Grassadonia, l'Opera Nomadi, Massimo Converso, Sezione Anpi X Municipio ‘Elio Farina’, il Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli, l'Agenzia Vita Indipendente Onlus

Ostia (Rm) - Nei campi di sterminio nazifascisti furono trucidati, oltre agli ebrei, anche omosessuali, transessuali, disabili, Rom, Sinti, Camminanti, Testimoni di Geova, oppositori politici, persone vittime di ogni tipo di discriminazione, donne e bambini.

Eppure, a 80 anni da quell'orrore nazifascista, con un'agghiacciante disinvoltura, si torna a parlare di ‘deportazione’, di difesa della razza, di ‘normalità’ e ‘anormalità’

Lo dichiara Marco Possanzini, Capogruppo Sinistra Civica Ecologista Municipio Roma X, promotore di un’iniziativa che si è svolta giovedì scorso a Ostia. 

Il dovere di non dimenticare

“Abbiamo il dovere di non dimenticare, abbiamo il dovere di difendere la memoria storica dall'imperante revisionismo storico che tende a trasformare le vittime in carnefici, abbiamo il dovere di testimoniare alle giovani generazioni ciò che è accaduto nel cuore del 900', ciò che fascismo e nazismo pianificarono con disinvolta ferocia, affinché non accada mai più” sottolinea il consigliere Possanzini. 

Un ulivo, simbolo di pace, dedicato alle ‘Vittime degli Stermini Dimenticati’ nel giardino del Municipio

"Insieme a Sami Modiano, sopravvissuto al campo di sterminio di Birkenau, a Marilena Grassadonia responsabile Ufficio Diritti Lgbtq+ di Roma Capitale, al Presidente Mario Falconi, all'Opera Nomadi, a Massimo Converso, alla Sezione Anpi X Municipio ‘Elio Farina’, al Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli, all'Agenzia Vita Indipendente Onlus, abbiamo dedicato un albero alle ‘Vittime degli Stermini Dimenticati’ piantumando un ulivo, simbolo di pace, nel giardino dello Stato Civile del Municipio X di Roma Capitale. - aggiunge Possanzini - Senza memoria storica non c'è giustizia, senza memoria storica non c'è libertà, senza memoria storica non c'è democrazia” conclude.