Ostia – L’ultimo gravissimo incidente sulla via del Mare si è verificato sabato scorso. Bilancio: due morti ed una terza persona rimasta gravemente ferita. L’arteria che collega Roma con la città di Ostia continua a mietere vittime. “Ormai siamo arrivati ad un numero così elevato di decessi che in Europa la via del Mare risulta essere una della strade più pericolose”, dichiara Francesco Spanò, consigliere del Partito democratico del municipio XIII.

 

 


Proprio in considerazione di quest’ultimo terribile sinistro si sono riaperte le  polemiche sulla mancanza di sicurezza sia via del Mare sia sulla parallela via Ostiense.  “I cittadini chiedono a  gran voce, esasperati, di trovare al più presto una soluzione per la messa in sicurezza delle due arterie, mettendo così fine a quella che è ormai diventata una carneficina”, sottolinea Spanò.

 

 

 

L’esponente democratico chiede infine notizie del progetto, ripetutamente annunciato,  del rondò di Ostia Antica. “Gli scavi ed i sondaggi sono ormai stati effettuati da qualche anno. Ma della rotatoria ancora nulla. Nel concreto”, precisa Francesco Spanò, “manca la messa in sicurezza delle strade attraverso la sistemazione della necessaria segnaletica orizzontale e verticale, resa invisibile dai rami e dai cespugli”.

 

 

“Resta poi carente la potatura degli alberi, che ormai invadono le corsie impedendo la visuale. Le piazzole di emergenza sono ridotte ad un deposito di sporcizia mentre il manto stradale sulla consolare è pieno di buche. Signor sindaco”, domanda il consigliere dell’opposizione, “i cittadini si domandano: non bastano forse questi morti? Che cosa bisogna fare per ottenere questa benedetta sicurezza? Non credo che occorra aggiungere altre vittime per mettere mano alla sistemazione di queste strade”.

 

 

“Adesso i cittadini sono esasperati e chiedono che questa amministrazione  solleciti chi di dovere per velocizzare i lavori richiesti sulle due arterie affinché  si possa transitare senza alcun pericolo per gli automobilisti e senza dovere più assistere a tali carneficine”, conclude Spanò.