Ostia – “A Stagni brucia per la seconda volta l'area assegnata dal comune al vicariato di Roma per la costruzione di una parrocchia intitolata a sant'Agostino Vescovo, il patrono di Ostia. Un incendio forse doloso, forse accidentale… Ma possibile che, a parte recintare il terreno, lo stesso vicariato lo abbia completamente abbandonato? L’area, estesa su una superficie di 7.800 metri quadrati, è infatti preda dell’incuria e invasa dalle sterpaglie dove ieri, nuovamente, sono divampate le fiamme”, denuncia, indignato, Vincenzo Monica, presidente dell’Associazione ‘Noi e Voi per una chiesa a Stagni’.

I LAVORI - “Sono trascorsi ormai più di tre anni da quando il comune di Roma ha ceduto l’area compresa tra via Micali, un’area decisamente ampia, per costruirvi la chiesa dedicata a sant’Agostino”, spiega a Ostia Tv Vincenzo Monica: “la notizia è stata accolta con grande gioia dai residenti del quartiere che, prima della realizzazione di una tensostruttura che ci auguravamo fosse provvisoria per la celebrazione della santa Messa, attendevano con ansia almeno l’avvio, così come annunciato dal vicariato, della costruzione di un prefabbricato. In effetti”, prosegue, “i lavori erano partiti subito ma durante i sondaggi vennero alla luce i resti di una cisterna romana: intervenne la soprintendenza ai beni culturali e archeologici e ciò determinò uno stop di circa un anno, ma in seguito gli interventi sarebbero dovuti ripartire, cosa che invece non è avvenuta”.

LA CHIESA – Perché un prefabbricato?, domandiamo. “Il vicariato non dispone di fondi per la chiesa dedicata a sant’Agostino: vi sono, nel territorio del X Municipio, altre priorità, tra cui la parrocchia di san Vincenzo de’ Paoli, a Nuova Ostia, attualmente ospitata in un ex negozio in via Baffigo”, risponde il presidente di ‘Noi e Voi per una chiesa a Stagni’. “Tuttavia, nell’attesa, un prefabbricato sarebbe senz’altro preferibile ad una tenda dove celebrare la messa e ricevere i sacramenti e dove, in inverno o adesso in estate, i fedeli sono costretti a sopportare temperature estreme. Insomma”, prosegue, “enormi disagi per i tanti fedeli che si recano nella tensostruttura dove si celebrano comunioni, per esempio, ed altri riti, anche perché la chiesetta ‘provvisoria’ è ormai l’ottava del X Municipio, un territorio che conta 300mila abitanti. A questo punto la domanda che mi pongo è: a quando la chiesa?”.