Ostia – Ha i colori, i toni e il gusto di un’opera neorealista ‘Pacenzia’, il corto di Francesco La Rosa, autore e regista siciliano che ha realizzato una produzione indipendente che racconta una ‘certa’ Sicilia, la Sicilia dei picciotti, della fatica e del duro lavoro dei contadini, della mafia e dei padrini, della contrapposizione tra bene e del male. Una Sicilia che, come racconta la cronaca, non è ancora tramontata nonostante la strage di Portella delle Ginestre risalga a sessanta anni fa, ma dove è vivissimo il ricordo degli attentati ai giudici antimafia Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Il titolo Pacenzia, poi, per chi non conoscesse il siciliano, significa 'pazienza', una parola il cui significato è ben noto agli abitanti della meravigliosa Trinacria, un'isola la cui gente può considerarsi tra i primi esempi di quello che oggi è definito melting pop, crogiuolo di razze, tradizioni e costumi.

Francesco La Rosa, come già Rossellini e De Sica, per il suo ‘Pacenzia’ - 29 minuti girati ad altezza d’uomo con una telecamera che esplora la terra, i volti, i protagonisti, i luoghi – non chiama né attori né caratteristi ma la gente comune per interpretare il contadino, il figlio bambino che vuole i ‘piccioli’, il vecchio boss che, durante una riunione nel casolare di campagna con i suoi, raccontando eventi e momenti particolari del suo passato, stupisce i presenti con una decisione inaspettata…

Il lavoro del regista, ambientato nella città di Catania e dintorni ha tra i protagonisti tre biancavillesi Alfio Petralia, Salvo Luca e Luca Furnari. Nel cast anche Carmelo Bruno del Calcio Biancavilla. La colonna sonora è stata composta da Carmelo Incognito mentre il supporto tecnico è di Pietro Paratore. E’ una produzione indipendente realizzata e filtrata grazie alla conoscenza e alla sensibilità di Francesco La Rosa, un autore che ha voluto narrare la sua terra attraverso le contraddizioni, le sofferenze e le abitudini della sua gente. Buona visione!