Il consigliere provinciale Pier Paolo Zaccai e il vicepresidente del Consiglio municipale Roma XIII Angelo Paletta chiedono a tutti gli organi competenti urgenti chiarificazioni in merito alla gestione dell’A.C.R.U. (“Associazione Consortile di Recupero Urbano” – Stagni di Ostia) perché quest’anno il presidente, Maurizio Di Lullo, non ha ancora convocato l’assemblea dei soci (oltre 500) per l’approvazione dei bilanci annuali (consuntivo 2008 e preventivo 2009) – entro il 30 aprile – come stabilito dagli artt. 10 e 12 dello statuto consortile, continuando altresì a rimandare l’elezione dei membri del Collegio dei Probiviri, previsto dall’art. 19 del citato statuto.

Il Consorzio, costituito con atto notarile del 17.11.1996 e patrimonializzato con i versamenti degli oneri concessori di oltre cinquecento consorziati di Stagni di Ostia, è regolato dall’art. 870 ss. c.c. e dalla deliberazione comunale n. 107/1995, nonché vigilato dall’Assessorato alle Periferie e dal XIX Dipartimento del Comune di Roma. Già da tempo molti consorziati non riescono ad avere risposte chiare su diverse scelte amministrative attuate dalla Dirigenza del Consorzio. Ad esempio, per beneficiare del servizio di disinfestazione, posto a carico dell’A.C.R.U., limitato, tra l’altro, a soli 250 lotti su 500 (e non tutti appartenenti a consorziati), i soci hanno dovuto pagare, per il 2008, 10,00 euro e fornire una fotocopia del documento di identità per iscriversi al locale “Comitato di Quartiere Stagni di Ostia”. Molti consorziati si sono inutilmente lamentati di questo onere aggiuntivo e, inoltre, hanno messo in evidenza che il budget stanziato, per disinfestare solo il 50% delle proprietà, superava abbondantemente quello per l’intero Consorzio di Casal Palocco che, pure, ha una superficie molto più ampia. Le perplessità aumentano quando si tiene conto che Maurizio Di Lullo riveste la carica di presidente sia del Consorzio per l’Autorecupero sia del Comitato di Quartiere Stagni di Ostia e a tal punto diventa inspiegabile il pagamento aggiuntivo dei 10,00 euro – sotto forma di “libera” iscrizione - ad un’organizzazione terza, retta sempre dal Di Lullo. Il particolare connubio tra Consorzio per l’Autorecupero e Comitato di Quartiere, retti dalla stessa persona, e con la coincidenza anche di alcuni membri degli attinenti Direttivi, si fa ancora più problematico e meno trasparente se si considera che, riguardo al primo, per molto tempo non è stata rispettata la scadenza triennale per l’elezione delle cariche sociali, prevista dall’art. 13, comma 1, dello statuto A.C.R.U. In ogni caso le assemblee delle due associazioni vengono quasi sempre convocate contestualmente e con un volantinaggio in cui l’ordine del giorno A.C.R.U. risulta assente o parziale, in difformità allo statutario art. 12. Pertanto, all’atto delle votazioni (effettuate per alzata di mano), diventa impossibile verificare se chi vota sia socio del Consorzio o solo del Comitato o, addirittura, un estraneo. Tutto è aggravato dalla mancata redazione della tabella millesimale, prevista dall’art. 8 e richiamata (ai fini della legale costituzione delle assemblee) dall’art. 9 dello statuto A.C.R.U. Verrebbe poi da chiedersi quale influenza abbia sul Di Lullo sua moglie Anita Matteucci, già consigliere al XIII Municipio ed ora dirigente del Partito Democratico locale. Infine la gestione personalistica delle due Associazioni ha innescato anche spontanee iniziative scritte, volte a sollecitare invano trasparenza e legalità. Zaccai e Paletta chiedono ai diversi organi istituzionali competenti un intervento urgente per verificare le segnalazioni provenienti dalla cittadinanza.