Ostia - Tre giorni fa s'è conclusa la Paralimpiade carioca e, pertanto, il Brasile ha visto spegnere i riflettori sportivi, i quali erano puntati sul più vasto dei paesi del Sud America dalla Confederations Cup del 2013, a cui l'Italia dell'allora ct Cesare Prandelli partecipò.

Quest'edizione s'è rivelata sia prolifica che storica. Il primo aggettivo si riferisce al mero dato quantitativo: 39 medaglie, di cui 10 ori, 14 argenti ed il resto bronzi. Siamo ben lontani dal risultato massimo, ottenuto alle Olimpiadi di Roma 1960, dove i nostri atleti "raccattarono" 80 riconoscimenti. Ma eccoci al secondo aggettivo: storica in virtù del fatto che un bottino così importante non lo si vedeva da 20 anni (quando il wrestler TNA Kurt Angle vinceva l'oro nella lotta), ma per ritrovare la nostra Nazionale nella Top 10 bisogna tornare indietro all'edizione dei Giochi a cinque cerchi di Monaco 1972, passata alla storia per un altro (e ben più triste) motivo. L'obiettivo, per Tokyo 2020, è uno solo: come minimo, confermar Rio.  Se poi dovesse arrivare qualche ulteriore medaglia (e tutti noi, tifosi e "concorrenti", vorremmo fossero del metallo più pregiato, chiaramente), sarebbe bene accetta.