Patatine e pesce fritto nelle scuole: se ne discuterà in consiglio
Ostia – Sembra che ormai non ci sia più nulla da fare: il progetto del menù europeo nelle mense delle scuole comunali è partito e non si può annullare. Da dicembre fino al prossimo mese di maggio, tre volte al mese nel municipio X, ai bimbi dai tre agli undici anni di età, saranno serviti patatine fritte, wurstel e nagghy di pollo nonostante le vibranti proteste delle mamme, contrarie a quello che definiscono un “cibo da fast food, assolutamente non adatto per bimbi così piccoli”. Nei giorni scorse le signore, che hanno promosso una raccolta di firme e la petizione online ‘MensA sana in corpore sano’ su Change.org raccogliendo in breve numerose adesioni, si erano rivolte alla presidente della commissione scuola, Ornella Bergamini, che si era riservata di indire una nuova seduta alla quale invitare anche le dietiste del municipio e del dipartimento. A sostenere le mamme il gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle, che ha prodotto una mozione. Questa mattina si è tenuta la commissione nel corso della quale è stato deciso di portare il documento in consiglio municipale nei prossimi giorni.
“Il problema che abbiamo fatto presente stamattina ha trovato praticamente tutti d'accordo sulla non compatibilità di alcuni piatti per bambini così piccoli”, spiega una mamma: “inoltre le dietiste del municipio ci hanno confermato di non essere mai state messe al corrente della scelta di questi piatti e che neppure le dietiste del dipartimento hanno mai approvato questi menù. Praticamente”, prosegue, “si è trattato di un’iniziativa dell'ex assessore capitolino alla scuola Alessandra Cattoi e del suo gabinetto, iniziativa validata dal nuovo assessore Paolo Masini. Sono delusa e preoccupata perché sembra non si possa fare niente per fermare questo progetto. Come abbiamo ripetuto in altre occasioni, noi mamme non siamo contrarie all’introduzione di nuove pietanze di altri paesi nel vitto dei nostri figli: è un modo simpatico per far loro conoscere altre culture. Il punto è che vorremmo che questi cibi fossero di qualità, dal momento che non riteniamo che patatine o pesce fritto lo siano”. E la signora aggiunge che alle sue due bambine, alle quali insegna ad alimentarsi in maniera sana secondo quello che prescrivono nutrizionisti e pediatri, durante i tre giorni del menù europeo si troverà costretta o a non mandarle a scuola o a mangiare le chips. L’altra opzione, quella di scegliere il menù in bianco, avrebbe creato problemi alla figlioletta che, oltre a digiunare, al papà ha chiesto: “Sono malata perché non posso mangiare le patatine?”. “Non vorrei arrivare al punto che mia figlia si possa sentire discriminata”, dichiara preoccupata la mamma. In altri municipi sono state presentate analoghe mozioni su richiesta dei genitori ma, a quanto si apprende, il progetto continua.
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