Pedica, è saggio dire no alle Olimpiadi del 2020
Roma - "Monti ha preso una decisione saggia dicendo no alla candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2020. Ha prevalso la considerazione che l'Italia non può permettersi un'avventura con troppe incognite e costi poco chiari in un momento in cui il nostro Paese è impegnato ad uscire da una pesante crisi economica". Lo afferma, in una nota, il senatore dell'Idv Stefano Pedica. "In questi mesi - ricorda Pedica - non ho mancato di esprimere le mie incertezze per una candidatura che avrebbe finito per scatenare gli 'appetiti' delle solite cricche a discapito della Capitale".
"Ma, inizialmente, mi sono trovato come Davide contro Golia, anche se dalla mia parte avevo tutte quei cittadini che non arrivano alla fine del mese e che guardavano alle Olimpiadi come a un ennesimo spreco di denaro pubblico. Dubbi più che fondati, visti gli esempi del passato. Basta pensare - continua il senatore - all'esperienza di Italia '90 o a più recenti mondiali di nuoto. Della prima si ricorderanno l'Air terminal nel quartiere Ostiense, un'opera inutile, poi abbandonata, costata 150 miliardi di lire. Stesso destino per le stazioni ferroviarie di Farneto e Vigna Clara, costate 80 miliardi. Dei mondiali di nuoto, invece, si ricorderanno le tre piscine pubbliche di Ostia, Valco San Paolo e Pietralata, tutt'ora inutilizzate, il cui costo è stato di 50 milioni di euro a fronte di una spesa prevista di circa 30 milioni. Per non parlare dei 200 milioni di euro per la spesa iniziale della città dello sport di Tor Vergata dell'archistar Santiago Calatrava. La spesa prevista era di 200 milioni ma è stata toccata quota 600 milioni e l'opera non è mai stata completata. Ora, dovrebbe ospitare la 'Città della musica e dei giovani, ma il condizionale è d'obbligo visto che il cantiere è ancora aperto. Insomma - conclude il senatore dell'Idv -, la decisione di Monti sarà stata pure sofferta ma aveva più di un motivo per dire no".