Perù: la battaglia contro la miniera Tia Maria
Dalla fine di marzo i contadini della regione di Arequipa si sono mobilitati contro la realizzazione della miniera Tia Maria, opera finanziata per 1.300 milioni di dollari dalla multinazionale Southern Copper.
Contro l'apertura della miniera di rame nella valle del Tambo, si sono schierati da subito i contadini della provincia di Isly, raccogliendo la solidarietà attiva della popolazione locale. Numerose sono state le manifestazioni e gli scioperi che hanno progressivamente allargato il fronte di opposizione alla grande opera. Il picco delle mobilitazioni si è registrato con le 72 ore di sciopero a partire dal 12 Maggio, indetto dalla Federazione dei Lavoratori e assunto da diversi settori: educazione, sindacato di Costrucciòn Civil e dal fronte di difesa dei popoli della città di Arequipa. La mobilitazione ha visto la partecipazione di migliaia di persone, con il grande protagonismo della componente studentesca. Scontri con la polizia, blocchi stradali e fitti lanci di lacrimogeni hanno caratterizzato le giornate di sciopero.
Il governo del presidente Ollanta Humala, leader del Partito Nazionalista Peruviano, ha dovuto inviare l'esercito (circa 2mila uomini) per sopperire alle difficoltà nella gestione dell'ordine pubblico. Sono minimo cinque i morti dall'inizio delle mobilitazioni. Le critiche forti contro il progetto sono per le conseguenze dell'impatto ambientale dell'opera e il rischio concreto della distruzione dell'agricoltura locale. Il governo sostiene invece l'impatto positivo sull'economia della regione.
Il 27 Maggio sono previste nuove mobilitazioni, contestualmente alle 48 ore di sciopero promosse dalle organizzazioni sociali di Arequipa e di altre 8 regioni del Perù. La battaglia contro la miniera continua.