Roma - È in discussione alla Pisana la proposta di legge sull'utilizzo del demanio marittimo e dalla relazione introduttiva dell'assessore all'ambiente Refrigeri emerge l'intenzione di stabilire che il 50% delle spiagge siano libere.
"Bene la regione con l'indicazione di tenere il 50% delle spiagge libere - dichiara Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio - questi termini però siano però intesi per ogni concessione, in modo da restituire ai cittadini, il mare troppo spesso negato, come nel caso del Lungomuro di Ostia; questo testo di legge va nella giusta direzione e non deve essere cambiato, per avere approvata nel Lazio una buona norma a difesa del diritto di accesso in ogni spiaggia. Sia poi aggiornato e attuato il PUA (Piano Utilizzo Arenili Regionale) ed il regolamento inerente". Gli attivisti di Legambiente ricordano poi che è stata la legge finanziaria del 2006, art. 1, c.251 ad indicare che - È fatto obbligo per il titolare delle concessioni di consentire il libero e gratuito accesso e transito, per il raggiungimento della battigia antistante l'area ricompresa nella concessione, anche al fine della balneazione -. Spetta poi alle Regioni e ai Comuni la garanzia ed il rispetto di questo indirizzo nei piani regionali e nelle deleghe ai Comuni.
"La norma va nella direzione che noi auspichiamo da tempo. L'approvazione di una pianificazione regionale più moderna del demanio marittimo, è un provvedimento che stiamo aspettando da oltre 20 anni e l'Amministrazione di Nicola Zingaretti lo ha discusso con procedure di grande trasparenza, con le forze sociali e politiche di tutta la regione Lazio, compreso il nostro Sindacato". Lo afferma in una nota Fabrizio Fumagalli, presidente del S.I.B. Sindacato Italiano Balneari Lazio aderente a Confcommercio. "Chiediamo, poi, a tutte le forze politiche del Lazio di considerare queste ulteriori valutazioni la modifica della legge sulla classificazione delle aree demaniali marittime che, oggi, penalizza i Comuni più virtuosi contrassegnati dalla bandiera blu; le norme della decadenza della concessione, (ex art. 47 del Codice della Navigazione), sono dell'anno 1942, in tempo di guerra, oggi decisamente anacronistiche e troppo punitive rispetto all'impresa moderna che, invece, ha la necessità di dare certezze agli investimenti e, soprattutto, all'occupazione. Pur riconoscendo l'importanza dell'autonomia dei Comuni - ha aggiunto - gli stessi devono comprendere che un atto grave, come la decadenza di una concessione, costituisce la morte di una azienda, motivo per il quale chiediamo che questa prerogativa venga prima condivisa con la regione. Il caso di Ostia che ha visto concessioni decadute per opera di un funzionario pubblico colluso con la malavita, è un esempio del rischio che corriamo. Dobbiamo, infine, renderci conto - conclude Fumagalli - che la gestione del 50% delle spiagge che resteranno libere, nelle quali il Comune deve garantire la pulizia e il salvamento, non può vedere il proliferare di piccoli chioschi per noleggio di lettini ed ombrelloni e la somministrazione di bibite, per mancanza di risorse, come proposto dal Comune di Ardea, alterando - di fatto - quelle spiagge che noi vogliamo preservare anche dal punto di vista ambientale".
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