Nasce a Milano, nel ’31. E’ una delle ultime poetesse che la letteratura italiana ha avuto. La sua vita è stata costellata da dolori, dispiaceri e da situazioni “che lasciano il segno” Alda ha vissuto sulla propria pelle gli orrori della seconda guerra mondiale, ha avuto un marito geloso, pratico e fin troppo concreto per l’animo del poeta che in lei albergava. La sua vita con i figli è stata una continuo avvicinarsi ed allontanarsi anche a causa dei suoi ricoveri forzati in ospedale psichiatrico. Ha vissuto sempre con animo poetico quelle esperienze traumatiche e sconvolgenti che non hanno fatto altro che segnare la sua psiche ed la sua arte. La poetessa milanese si trova sfollata durante la guerra, affamata, con la paura dei bombardamenti che distrussero la casa natale. Si trasferì a Taranto, li ebbe un periodo relativamente tranquillo, purtroppo quella tranquillità durò poco. Tornò a Milano, i tempi si stavano evolvendo la sua arte fu in qualche modo affermata. I primi riconoscimenti, i primi premi e soprattutto i primi veri guadagni. L’università di Messina le conferì la laurea “ad honorem”, altri premi le vennero attribuiti ma il suo spirito la portò a vivere in modo alternativo fino agli ultimi giorni della sua vita; con la sigaretta sempre accesa, con le cicche sparse sul pavimento, con i muri della casa su cui scriveva numeri di telefono,i suoi pensieri e, soprattutto, vivere in modo libero come può vivere libero un clochard! Si spense nella sua Milano il primo novembre del 2009 lasciando un vuoto incolmabile nel panorama poetico-letterario europeo.