Pomezia – Da oltre un mese i genitori dei bambini dell’Istituto comprensivo Enea di Pomezia stanno portando avanti una protesta  nei confronti dell’amministrazione comunale, responsabile di aver aumentato il costo del ticket per la mensa da 3.50 a 5 euro a pasto. Decisamente troppo per le tasche di tante mamme e papà che non possono permettersi sgravi fiscali tali e quindi spendere solo 48 centesimi. Di fatto, per alcune famiglie con due bambini permettere ai propri piccoli di pranzare a scuola costerebbe 200 euro al mese che, moltiplicato per i dieci mesi salirebbe, escluse le spese per il trasporto scolastico, il materiale didattico, snack e merendine e per l’acqua, a 2.000 euro l'anno.

 

E allora, visti naufragare fino ad oggi i tentativi dei genitori di trovare un ‘accordo’ con il sindaco pentastellato Fabio Fucci e con gli esponenti della sua giunta, ecco scattare la protesta delle mamme che ormai da alcune settimane preparano panini per i propri figli. “Abbiamo inutilmente cercato il dialogo con il sindaco Fucci che, a quanto pare, oltre ad aver tradito il suo programma elettorale e gli impegni presi in campagna elettorale, forse pensa di risanare il disastrato bilancio del comune sulle pelle delle fasce più deboli, i nostri bambini?”, dichiara battagliera Barbara C., mamma di due bambini che frequentano l’Enea. “Il preside, poi, esce con delle circolari in cui c’è scritto che ‘la Asl non consiglierebbe di mangiare panini’ e questo avrebbe delle ripercussioni psicologiche gravi sui nostri figli che si sentono discriminati rispetto ai bambini che usufruiscono della mensa”, prosegue la signora. Insomma, i genitori sono, è il caso di dire, decisamente arrabbiati con il primo cittadino, un 'grillino' eletto, spiegano gli stessi genitori, perché avrebbe dovuto rappresentare il cambiamento e la svolta. Sono delusi, anche.  
 

“Parliamo di umiliazioni subite dai nostri bambini”, afferma Barbara C.: “in un caso è anche avvenuto che ai bimbi della mensa fosse dato il gelato mentre ai nostri, ovviamente, no. E la cosa grave è che anche la maestra l’abbia mangiato. Così”, prosegue, “alcuni genitori sono quasi costretti a sobbarcarsi il sacrificio di pagare questo ticket così salato. Per ridurre il costo abbiamo suggerito di eliminare dal pasto la merendina biologica, che avrebbe comportato il 40% di costo in meno ma fino ad oggi le nostre richieste non sono state tenute in alcuna considerazione. Personalmente, mi trovo a dover decidere se spendere  10 euro per la mensa dei miei figli o andare a lavorare a Roma. Intanto, ci siamo organizzati e in 120 famiglie ci siamo rivolti per assistenza ad uno studio legale: intendiamo andare anche davanti al giudice del Tar se non si porrà fine a questa situazione che crea profondo disagio a tutti noi, ed in particolare ai nostri bimbi”. Una speranza è tuttavia riposta nell’incontro che si svolgerà domani pomeriggio, martedì 22 ottobre, tra i rappresentanti del consiglio d'istituto, il sindaco ed il vice sindaco. “Porteremo tutte le nostre richieste e in un tavolo di trattativa civile cercheremo di raggiungere un obiettivo che vada bene a noi e all'amministrazione comunale”, informa Alessandra A., una mamma, sulla pagina facebook nata su iniziativa dei genitori per discutere del problema aumento mensa.