Crac Tercas: tra gli indagati anche l'ex patron del Pomezia Calcio Raffaele Di Mario
Gli immobili sono stati sequestrati nelle province di Roma, Isernia e Perugia. Gli indagati, sono ritenuti dagli inquirenti come i principali responsabili del dissesto finanziario di due aziende. Un filone di indagini che ha interessato il crac della banca teramana Tercas e le seguenti bancarotte fraudolente aggravate dal Gruppo Dimafin, appartenente allo stesso Di Mario. Da allora, stando alle stime fornite dagli inquirenti, sono stati sequestrati circa 525 milioni di euro. Nell'ambito delle precedenti operazioni, era stato rilevato come il sodalizio tra l'ex patron del Pomezia Calcio e il DG di Tercas Antonio Di Matteo, aveva portato al primo di accedere senza averne titolo a sostanziose iniezioni di credito per foraggiare le proprie attività immobiliari e al secondo di esercitare a pieno regime il controllo della banca sammarinese Smib servendosi, oltretutto, anche della partecipazione dello stesso Di Mario.
Nella prima fase delle indagini, era emerso come nel 2007 la Banca Tercas avesse acquisito la Smib occultando, con varie strategie, l'operazione alla Banca d'Italia. L'istituto sammarinese, inoltre, sarebbe stato utilizzato per erogare ulteriore credito a Di Mario e come terminale per la distrazione di somme che provenivano dai fallimenti delle sue aziende. Da questo, ne era successivamente scaturito il dissetto della banca teramana e la distrazione di circa 170 milioni di euro dalle numerose aziende, poi tutte fallite, del gruppo Dimafin. Episodi, che avevano portato all'arresto di Di Mario e Di Matteo e al sequestro della Banca Tercas. A Di Mario, sono imputate bancarotte per un totale di 522 milioni di euro.