PREMIO BUCO NEL SIPARIO: UNA FESSURA DI CURIOSITA’, ATTESA, COMUNANZA
Il buco nel Sipario, nei teatri di una volta, era un pertugio appositamente praticato nel sipario, non più grande di una moneta, protetto da un vetro cucito all'interno, che consentiva agli attori di guardare quanti spettatori fossero seduti in platea. E’ per questo che la nascente associazione culturale “Buco nel Sipario” appunto, ha scelto questo simbolo di curiosità, di attesa, di abnegazione, di comunanza, come proprio nome. L’associazione è nata infatti ponendosi come obiettivo la creazione di un dialogo tra le istituzioni teatrali e le compagnie emergenti, perché convinta che il teatro debba essere uno strumento ludico e rieducativo per la società, un luogo di ritrovo e di scambio, di crescita e formazione, un punto di riferimento radicato nel territorio a stretto contatto con i cittadini. Ed è per questo che, insieme al Teatro Belli di Roma, ha istituito il concorso Buco nel Sipario, un premio rivolto proprio alle compagnie teatrali giovani e indipendenti che a fatica continuano il proprio mestiere.
Motore ispiratore di questo premio e della associazione omonima, è Simone Siverino, un giovane e promettente attore scomparso prematuramente un anno fa, in lotta, come molti del resto, tra gli ostacoli tipici di chi sceglie di intraprendere la carriera artistica e in particolar modo teatrale, in Italia. Questo premio infatti, non solo vuole dare voce alle compagnie invisibili che abitano vitali e pulsanti i teatri off italiani, ma vuole creare un contatto concreto tra compagnie, pubblico e le varie associazioni onlus e no profit, in modo da diffondere e accrescere la cultura teatrale a Roma, nel Lazio e ovunque si riesca ad arrivare, anche e soprattutto negli angoli più periferici e nelle realtà più disagiate.
Sabato 5 giugno erano otto le compagnie in gara, da Aosta fino a Palermo. Il Teatro Lido di Ostia (attivo dopo 2 anni di chiusura, grazie ad un’occupazione fatta da ex-lavoratori del teatro e dalle associazioni locali, n.d.r.) è stata la cornice emblematica della serata e del suo senso. Patrocini dell’evento oltre alla citata associazione, il Teatro Lido di Ostia, Il Teatro Belli di Roma, il Teatro Comunale di Sant’Oreste e l’Associazione centro d’accoglienza Padre Nostro. Una commissione artistica composta da Carlo Emilio Lerici, Fabio Galadini, Marco Vallarino, Marcello Cotugno, e Cristiano Petretto, professionisti e artisti attivi nelle realtà teatrali non solo regionali ma anche nazionali, erano chiamati a valutare il miglior corto teatrale. Ambito premio, l’inserimento dello spettacolo vincitore nella stagione 2010-2011 del Teatro Belli di Roma. Molto alto il livello artistico delle compagnie esibitesi, per un premio che è solo alla prima edizione. La caratteristica che le ha accomunate è stata l’originalità e l’innovazione registica dei lavori presentati, a dimostrazione che il Teatro non è affatto morto o fermo alle regie di un secolo fa e che esiste una ricerca teatrale che è in fermento, che si muove e che vuole parlare al pubblico con linguaggi sempre inediti e al passo col respiro collettivo.
Il primo lavoro, presentato dalla compagnia Degrada è stato “Krisis” uno spaccato ironico della crisi di ispirazione e della tensione prima di andare in scena tipica degli artisti. A seguire l’assurdo jarriano del Teatro dell’Anima e del loro “I Patafisici” e la commovente “Fiaba per bebè” della compagnia Isobel. Clown da ufficio per l’esilarante “Dr Coffe e Mr Xerox” del Teatro Instabile d’Aosta. Nella seconda parte la compagnia Valdrada ha giocato con sguardo acuto e ironico sull’assurdità dei meccanismi burocratici fino all’esasperazione surreale e volutamente demenziale del suo “Buromachia”. La compagnia “Prese Fuoco“ ci ha poi deliziato con una geniale e ottimamente congeniata parodia shakespeariana de l”Amleto”, smascherando comicamente l’assoluta passività del personaggio danese negli eventi del famoso dramma. Totale improvvisazione per gli Appiccicaticci che con il loro “Due di picche” hanno ricreato una storia d’amore con l’aiuto di due sole tracce scelte dalla giuria. A concludere un ben recitato “Il Padre di Luca” della compagnia “IoMai” che ha tinto coi tratti noir di un dramma famigliare le note della serata. Vincitori di questa prima edizione il Teatro Instabile d’Aosta con il duo formato da Smeralda Capizzi e Daniele Spadaro i quali, senza l’ausilio di alcuna parola, ma con un virtuosismo tecnico mirabile, hanno conquistato il pubblico che infatti gli aveva tacitamente eletti vincitori con ben tre applausi a scena aperta. Menzione speciale voluta a sorpresa dalla giuria, in modo particolare da Fabio Galadini, per Degrada, Prese Fuoco e IoMai, premiati con due giorni di repliche al Teatro Sant’Oreste.
La serata si è conclusa con un invito e una promessa, quella di una seconda edizione di un premio che ha sconfitto in una sola serata l’idea della morte. Quella della cultura, dell’arte, di un volto, di un teatro.