Roma – Prostituzione: l’Italia segua l’esempio della Francia. «E’ necessario ribaltare il solito punto di vista: la prostituta, infatti, è spesso una vittima che va aiutata, non una delinquente, e in quanto vittima non può essere considerata colpevole dalla legge», dichiara Cinzia Pellegrino, presidente nazionale di Morrighan Donne. «Bisogna interrogarsi - continua Pellegrino - su cosa lo Stato possa fare per sostenere quelle prostitute che vogliono interrompere la loro attività, ma che non possono, perché costrette da un “padrone”. In questo senso appare interessante la proposta di legge che si sta dibattendo in questi giorni in Francia, in linea con la direttiva europea del 2011 che impone agli Stati membri di “prendere le misure necessarie per scoraggiare e ridurre la domanda, fonte di tutte le forme di sfruttamento”. Giusta la penalizzazione del cliente con multe fino a 1.500 euro, che raddoppiano in caso di recidiva. Vanno inoltre investite adeguate risorse contro la prostituzione online e a favore di un sistema pubblico di protezione e assistenza, con un percorso di uscita dalla prostituzione».
 

Lorena Vinzi, delegata di Morrighan Donne per i diritti umani e la lotta alla schiavitù, e cofondatrice del “Comitato Romano Antilucciole” che da anni porta avanti questa battaglia sulle periferie romane, aggiunge: «Siamo favorevoli a pene più severe per il cliente, perché se a monte venisse a mancare la domanda, sicuramente diminuirebbe di molto anche l’offerta. Basti pensare alla Svezia, dove i bambini vengono educati a considerare la prostituzione un grave crimine e che ha introdotto la penalizzazione del cliente già nel 1999, seguita da Islanda e Norvegia. E infatti dai dati emerge che in Italia, dove vige il sistema neo-abolizionista,  il numero delle vittime di sfruttamento sessuale è di 35.000, contro 22.000 in Germania dove è utilizzato il sistema regolamentarista e solo 500 in Svezia dove vige il proibizionismo.  Bisogna riconoscere che la prostituzione, nella maggior parte dei casi, è una vera e propria forma di schiavitù. E noi ci battiamo per ridare una vera libertà a queste donne. Da circa tre anni siamo presenti con iniziative come le passeggiate notturne per scoraggiare prostitute e clienti, le cocomerate e il karaoke in strada in tutti quei territori romani afflitti dalla piaga della prostituzione sotto le abitazioni, le raccolte firme e le campagne di sensibilizzazione volte a responsabilizzare e penalizzare il cliente».