Cucunato: “Il taglio delle province? Crea caos e aumenta i costi”
Roma - La Corte costituzionale ha rinviato la decisone sul ricorso di ben otto regioni italiane, Lazio compreso, che contestavano la legittimità costituzionale del decreto Salva Italia sulle disposizioni legate al destino delle Province. Il riordino della province, approvato ormai da una settimana, fermo nelle stanze del governo e firmato dal capo dello Stato non ha ancora un parere di legittimità costituzionale.
“E’ successo quello che tutti temevano: la mancata decisone della consulta su un tema così importante. Ha prevalso il non decidere per tenere in scacco il riordino amministrativo e lasciare nel caos istituzionale regioni e province”, commenta Piero Cucunato, presidente della commissione Riforme della Provincia di Roma.
“Sono comprensibili le difficoltà dei giudici a prendere una decisione in una situazione come quella che si è venuta a creare, modifiche legislative che si rincorrono, spesso in maniera contraddittoria, incapacità e conoscenza di chi dovrebbe decidere e conoscere senza il ben che minimo confronto e partecipazione di organi che esistono da oltre 100 anni”, continua Cucunato.
“Il governo è responsabile di un caos legislativo intorno alla riforma delle Province, che ha attuato in pochi mesi attraverso ben tre decreti legge e attraverso annunci e spot mediatici, consapevole che questi enti siano l’anello amministrativo più debole da colpire nell’interesse non certo dei cittadini ma della Politica che conta e costa. Questo continuo ricorso alla decretazione d’urgenza, svuota i principi costituzionali e di legalità creando incertezza sulla pelle di dipendenti, organi e funzioni previsti in Costituzione”, precisa.
“E’ inconcepibile il silenzio assordante del Parlamento che non contrasta in nessun modo l’aberrante incertezza che si crea agli assetti istituzionali attuali e futuri, che si ripercuotono nell’efficiente gestione degli stessi in un momento in cui sarebbe importante dare certezze a migliaia di amministratori, dipendenti, e organi eletti per la ripresa dello sviluppo nel Paese sostiene Cucunato.
“Nessuno dice che gli studi più recenti e l’analisi fatte da esperti economisti e amministrativi, portano non certo ad una diminuzione dei costi, ma ad un aumento esponenziale non solo in termini di inefficienza e di maggiori costi sul personale dipendente, che dovrebbe passare ad altri enti con altri contratti più onerosi, ma anche a una serie di funzioni sovrapposte che si ripercuotono e svalutano il patrimonio degli enti in riordino”.
“Infine - evidenzia Cucunato - è importante rendere noto che con il riordino delle Province e la creazione delle Città Metropolitane, assisteremo ad un incremento dei costi per i cittadini. Ritengo infatti che aumenteranno le polizze assicurative oggi calcolate in base a parametri territoriali, le tasse di immatricolazione dei veicoli oggi disciplinate per province, le tariffe dei mezzi trasporto (taxi, treni e autobus) oggi comparate a entità urbane e provinciali definite in futuro su entità di area vasta ed extraurbana, e non voglio ipotizzare le ripercussioni dei calcoli di rendite catastali che subirebbero milioni di famiglie nella modifica dei parametri di calcolo oggi a di competenza dei Comuni” Si spera - conclude Cucunato - che il buon senso prevalga e si esca al più presto da questo caos legislativo e istituzionale in cui questo governo si è infilato a scapito dei cittadini italiani”.
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