‘Quando il gioco non è più un gioco’, la Asl Roma 3 contro il Disturbo da gioco d’azzardo
Di Redazione il 05/08/2024
Pochi gli accessi ai servizi a causa della vergogna: l’auto-aiuto quasi mai permette di uscire dal problema della dipendenza. La richiesta più alta di aiuto si registra a Ostia. L’utente medio ha più di 50 anni e lavora, 1 giovane su 4 ammette di aver giocato d’azzardo
Roma - La Asl Roma 3 rilancia anche in estate ‘Quando il gioco non è più un gioco’, il progetto di prevenzione, cura e riabilitazione del disturbo da gioco d’azzardo con una nuova campagna social.
Ad occuparsi dell’iniziativa la UOC Salute Dipendenze dell’azienda sanitaria romana, che offre servizi e prestazioni nelle sedi di via Vaiano 53 a Roma, di via Tagaste 2/4 a Ostia e di via delle Ombrine 9 a Fiumicino.
“La strada da percorrere quando ci si trova di fronte a quella che negli ultimi anni è diventata una vera e propria dipendenza, con un abbassamento dell’età in cui ci si avvicina al gioco d’azzardo e con il facile accesso al gioco on line, è oggi più insidiosa. La nostra Asl, in linea con le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e dell’Istituto Superiore di Sanità, anche grazie ai fondi messi a disposizione dalla Regione Lazio, si è attivata, negli ultimi anni, per offrire aiuto. La pandemia ha rallentato inevitabilmente il nostro intervento, ma adesso e soprattutto nel corso della stagione estiva, che spesso lascia soli a casa proprio gli anziani, tra le prime vittime del gioco d’azzardo, è assolutamente necessario far sapere che in caso di bisogno siamo a disposizione. Sono infatti tre le sedi dove è possibile trovare personale altamente qualificato in grado di garantire il supporto necessario con approcci multidisciplinari, personalizzati, adatti all’età e alle problematiche del paziente”, spiega Francesca Milito, Direttore Generale della Asl Roma 3.
“Non un vero e proprio allarme, ma di certo tra noi clinici è forte la preoccupazione. ll gioco non è più un gioco, e veste i panni di una vera e propria malattia. In generale per tutte le dipendenze, e quindi anche per la dipendenza da gioco d’azzardo, il primo passo da compiere è chiedere aiuto, senza cercare di smettere autonomamente. L’auto-aiuto quasi mai permette di uscire dal problema. Il passaggio successivo è superare lo stigma. Purtroppo, vergogna e imbarazzo frenano l’accesso al servizio di cura. La conseguenza è che sono ancora davvero poche le persone che si rivolgono a un centro come il nostro, in una sottostima generale della portata del problema. I dati del 2023 relativi ai residenti sul territorio di competenza della Asl Roma 3 indicano quasi 1.355 pazienti totali, suddivisi per dipendenza da sostanze stupefacenti, alcol, altre dipendenze. Il numero relativo agli utenti per il gioco d’azzardo è davvero esiguo: solo 68 persone (più della metà vive a Ostia) a fronte di un fenomeno il cui volume è lievitato dopo la pandemia con un aumento che raggiunge anche il 60%", spiega Alessandro Gisondi, coordinatore progetto DGA per l’Area Romana della Asl Roma 3.
Il DGA (disturbo da gioco d’azzardo) è altamente diffuso tra gli uomini (oltre la metà risulta occupata) con un’età media che supera i 50 anni, sebbene anche quella compresa tra i 30 e i 40 anni sia un’età considerata a rischio. I dati più preoccupanti sono quelli relativi ai ragazzi tra i 14 e i 17 anni, uno su quattro dichiara di aver avuto accesso al gioco d’azzardo. Tra gli studenti risulta alta anche una percentuale di giocatori problematici e la concomitanza con l’uso di sostanze, fumo e alcol e con stili di vita non salutari.
Tutte le informazioni sui servizi della Asl Roma 3 sono disponibili sul sito e sui social aziendali. È possibile anche scrivere una mail a gioco.azzardo@aslroma3.it
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