“Rai, Capodanno, countdown anticipato e bestemmia: esposto alla Corte dei conti”
LA SPESA – “Vogliamo sapere quanto ha speso l'azienda per questa trasmissione e se la Corte dei Conti ritenga o meno giusto e congruo lo sforzo economico della rete a fronte di quanto accaduto durante la diretta - spiega l'associazione - La Procura di Matera, invece, dovrà verificare se il countdown anticipato possa configurare ipotesi penalmente rilevanti come quella di truffa aggravata a danno dei telespettatori che il 31 dicembre scorso hanno assistito alla trasmissione, e se il conteggio sia stato artatamente anticipato ai fini dell'audience”.
IL RICORSO – “Intanto il Codacons rende noto che la Rai ha presentato ricorso al Tar del Lazio contro la multa inflitta all'azienda dall'Autorità per le Comunicazioni per il grave episodio della bestemmia di Tiberio Timperi, pronunciata il 18 ottobre 2014 nel corso della trasmissione 'Unomattina in famiglia', in diretta su RaiUno.
Nel ricorso la rete contesta la multa, elevata a seguito della denuncia del Codacons, sostenendo che se qualcuno bestemmia è un caso fortuito che non implica responsabilità dell'emittente. Questa la tesi sostenuta nel ricorso al Tar per il quale la Rai paga un avvocato privato anziché il proprio ufficio legale, aggravando gli utenti di costi evitabili:
"l'evento che ha dato origine alla sanzione è stato completamente indipendente dalla volontà della Rai ed è stato determinato dal concatenarsi di una serie di circostanze che sfuggono alla prevedibilità e al controllo umano, categoria del caso fortuito", si legge nella nota del Codacons.
LA BESTEMMIA – “Apprendiamo da un comunicato della Rai che il dipendente “responsabile” del passaggio della bestemmia in sovrimpressione la notte di Capodanno sarebbe stato sospeso dall’azienda, nonostante la sua svista sia stata definita dalla stessa Rai un “errore umano”. Non capiamo proprio in base a che cosa, dunque, egli sia stato rimosso dal suo incarico», dichiarano in una nota congiunta il Radicale Paolo Izzo, scrittore, e Gianni Colacione, direttore di Liberi.tv, lanciando l’hashtag #iostoconlerroreumano.
IL REATO - “Possiamo anche intuire – proseguono Paolo Izzo e Gianni Colacione - che la genuflessione preventiva nei confronti del Vaticano da parte del nostro Stato e, di conseguenza, del nostro servizio pubblico radiotelevisivo, arriverà a piegamenti veramente acrobatici in questo anno giubilare, tuttavia rimaniamo esterrefatti di fronte a tale provvedimento. Quale sarebbe, oltre alla mancata attenzione rispetto a uno solo delle migliaia di sms ricevuti dalla Rai in occasione della diretta televisiva, il “reato” di cui si sarebbe macchiato l’operatore?”.
"In attesa di una doverosa risposta - concludono Izzo e Colacione - attendiamo semmai che dio in persona, o in spirito, scenda in terra per chiedere conto dell’offesa subìta al reale estensore della stessa, facendogli comminare l’unica sanzione (amministrativa) consentita dall’ordinamento italiano. Altrimenti inizieremo a temere che, come in regimi teocratici più integralisti del nostro, anche qui “cadranno teste” per blasfemia, persino quando involontaria".
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