Renzi alla Guardia di finanza: “E’ finito il tempo dei furbi”
Ostia - “E’ finito il tempo dei furbi. Noi ce la stiamo mettendo tutta ma è convinzione che solo con l'adempimento con onore e disciplina di tutti e ciascuno, partendo da chi ha incarichi di governo fino al cittadino comune, vero eroe della quotidianità, riusciremo a cambiare il paese. Il primo pensiero va agli allievi”. Lo ha detto il presidente del consiglio Matteo Renzi intervenendo questa mattina all’inaugurazione dell’anno accademico 2014/2015 della Scuola di polizia tributaria della Guardia di finanza, a Ostia. Il premier, che è arrivato alle undici, era insieme al ministro dell’economia e delle finanze, Pier Carlo Padoan, e al comandante generale della Guardia di finanza, generale Saverio Capolupo. A fare gli onori di casa il comandante della Scuola, generale Carlo Ricozzi.
Nel corso del suo intervento davanti agli allievi, ‘a braccio’, il presidente del consiglio ha dichiarato che “il Paese soffre di uno stereotipo per cui ci raccontiamo molto peggio di come siamo. E' la cultura di autocommiserazione che porta ciascuno di noi a sottolineare più i problemi e le cose che non vanno”. Per quanto riguarda poi la situazione dell’evasione fiscale ha sottolineato che il dato del “fisco è emblematico: l'ammontare dell'evasione fiscale è impressionante, si tratta di 91 miliardi. Questo dato esiste e va combattuto. Ma quanta professionalità c’è e ci viene riconosciuta a livello internazionale? Accanto a problemi straordinari e eccezionali c’è anche una professionalità straordinaria ed eccezionale”, ha continuato, riferendosi in particolar modo agli uomini e alle donne della Guardia di finanza e al prezioso lavoro che svolgono ogni giorno per contrastare l’illegalità, spiegando che “c’è necessità di un sistema fiscale nel quale il cittadino non si senta controllato perché c’è una presunzione di colpevolezza”.
Secondo il premier, c’è bisogno di “cambiare approccio verso il cittadino che si deve sentire moralmente accompagnato e il pubblico non è solo controllore ma diventa il consulente: per chi sbaglia non ci sono scappatoie, va stangato ma le norme vanno rese più semplici, la semplicità è presupposto per il contrasto alla criminalità”. Matteo Renzi non ha mancato di affermare, senza mezzi termini, che “bisogna stangare in modo definitivo coloro i quali violano le norme e lo fanno in modo inaccettabile”, anche se ha lasciato spazio alla speranza ed ha invocato un “cambiamento culturale”. “Questo Paese non è spacciato, questa è la volta buona in cui ce la facciamo ma serve il contributo di tutti perché non è un primo ministro che salva l'Italia, non è un ministro o un comandante”, ha detto. Riguardo il dibattuto tema delle riforme e del Jobs act Matteo Renzi ha poi voluto precisare che “non basta cambiare la Costituzione, e lo stiamo facendo, non basta cambiare la legge elettorale e lo stiamo facendo dopo anni di melina, pantano e sabbie mobile. La prima vera riforma è quella della scuola” e “il punto centrale è che o noi siamo in grado di dire che il futuro dell'Italia passa per lo sviluppo del capitale umano o noi il Paese non lo portiamo fuori dalla crisi”. E con il Jobs act avremo “meno alibi e non meno diritti”. “Grazie alle riforme la politica non avrà più blocchi: questa è la volta che ce la facciamo”, ha concluso con decisione.
Il presidente del municipio X, Andrea Tassone, presente alla cerimonia, ha scambiato due brevi battute con il premier. “"Ma quale sindachino! Hai 300mila abitanti! Vi seguo, conosco la situazione. Avanti così!"”, ha poi riferito il minisindaco il minisindaco sulla sua pagina Facebook: “Oggi ho avuto il piacere di parlare, seppur brevemente, con Matteo Renzi che ha inaugurato l'anno accademico della Scuola di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza a Ostia. Ha ricordato quanto sia fondamentale l'investimento sul capitale umano e la semplificazione delle norme. Ha fatto poi un augurio alla sala: svegliarci al mattino con la convinzione che le cose possono cambiare perché la responsabilità è nostra. Il presidente Renzi ha detto infine una frase che anch'io ripeto da un po': è finito il tempo in cui chi si ritiene furbo può pensare di avere sempre la meglio...”.
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