SIMEONE. IO NON DIMENTICO. I° frammento dell’Intervista a Marco Noli Assistente Sociale del piccolo Simeone Nardacci ed ex Delegato ai Minori in 13°. Intervistiamo Marco Noli Professionista Minorile del nostro territorio; uno degli Assistenti Sociali di Simeone Nardacci - il bambino brutalmente assassinato nella Pineta Aldobrandini una decina d’anni fa - e successivamente Delegato ai Minori fino allo scorso anno. Marco, hai seguito purtroppo da protagonista la tragedia che ha colpito la nostra cittadinanza e  la comunità professionale e scientifica, per poi adoperarti come sappiamo anima e corpo alla causa dei giovani essendo addirittura lodato dall’allora Ministro alle Politiche Sociali Livia Turco che ti chiamò “eroe” e poi fosti  nominato Delegato ai Minori nella passata Amministrazione: ha senso oggi  ricordarci e ricordare il piccolo Simeone?

NOLI: Ricordare Simeone non è soltanto utile a noi che lavoriamo con i ragazzini, ma è necessario soprattutto alla cittadinanza che non deve dimenticare. Dopo quella tragedia il Servizio Minori non ha affatto avuto una crescita notevole sul territorio; abbiamo grossi problemi minorili alcuni direttamente tra  ragazzi, altri riguardano anche adulti e famiglie. Le violenze sono quotidiane e in questo clima le aggressioni nascoste sono anche di più. Questo lo dico direttamente senza fare retorica perché occorre esporsi con coraggio e dichiarare lo stato delle cose anche per verificare realmente come operiamo noi professionisti nella difesa dei ragazzi.

Ho capito che il Servizio Socio Sanitario è carente, da quanto mi dici, ma la Scuola?

NOLI: Anche qui non ci siamo purtroppo;  le Scuole d’Infanzia sono insufficienti, gli Asili Nido sono insufficienti, i Bandi Pubblici per Minori sono assegnati al “ribasso” economizzando sul personale spesso, sulla formazione, molto spesso anche le poche risorse sperperate a destra e a sinistra coinvolgendo piccoli gruppi con tante idee ma senza un collegamento fattivamente istituzionalizzato e continuative. Ultimamente abbiamo visto questo problema “infinito” della Scuola Materna chiusa e della sua necessaria derattizzazione. I Servizi Socio Sanitari sono precarissimi se pensiamo ai Centri Minorili Pomeridiani, ai Poli Educativi 285 e le loro Reti territoriali con le Associazioni ancora molto fragili etc; l’unica struttura che sembra si stia lentamente consolidando è il Centro Anti Abusi “IL MANDORLO” presso l’Ospedale Grassi che è tenuto in piedi da due Assistenti Sociali, da Psicologi del TSMRE e da qualche medico, professionisti che sottraggono tempo dal loro monte ore ufficiale per consentire al servizio di non chiudere visti i tanti interventi e le segnalazioni che pervengono.

La tua descrizione è apocalittica; a quanto sembra non è servito a nulla il sacrificio di Simeone?

NOLI: Non dico che sia proprio così; non dico che siamo all’anno zero, ma certamente pochissimo è stato fatto nel pubblico servizio e quindi quasi nulla compreso di quella tragedia che fu la risultante di un sistema che ha lasciato alcuni bambini e ragazzini, quelli che on sapevano o non potevano integrarsi, soli e alle prese con i mostri di questa società che agiscono nella solitudine, nel silenzio e nella povertà, nelle nascoste  zone d’ombra.

Marco, mi si congela il sangue ascoltando le tue parole; mi preoccupa ancora di più quel pensiero che ci spinge a credere che le questioni non comprese spesse rischiano di ripetersi  e quest’ondata di violenza minorile ho paura sia il sentore che dobbiamo assolutamente cambiare le cose velocemente e nel segno della  competenza, che le forze dell’ordine, pur cercando di tamponare la situazione, non riusciranno a lungo a resistere.

Cerchiamo di ricostuire passo dopo passo le seppur pochissime tappe compiute a favore dei minori sul nostro territorio dopo il delitto Simeone…………….

(CONTINUA PROSSIMA DOMENICA NELLA RUBRICA CIURMA/DIARIO DI BORDO)

ALLARME BABY GANGS: UN AFFARE CHE CONVIENE?

Populismo e il pericolo di un triangolo perverso: genitori impauriti o deleganti, imprenditori senza scrupoli, politici predatori di voti. Nessun Professionista.

Un consiglio: andiamo a vedere, a verificare chi sta dietro a queste notizie da “Baby Gangs”, alla loro gestione e alla risoluzione finale e oggettiva. Forse ha senso farlo perché si parla dei nostri figli e dei nostri bambini, che siano le vittime, gli spettatori o gli esecutori. Forse ha senso farlo perché dietro al mondo dei minori si muovono gli interessi economici più forti, consistenti e spregiudicati. Forse ha senso farlo perché le famiglie faticano, la scuola è in crisi continua, e le dirette figure educative professionali, educatori e operatori pedagogici, addirittura non sono ancora riconosciute come professionalità pubbliche all’interno delle amministrazioni e verso le quali i cittadini avrebbero a buon titolo pieno diritto soprattutto vista l’attuale situazione socio culturale. Chi ci guadagna se questo non viene risolto dai nostri rappresentanti politici? Perché questo sistema educativo soffre ma non reagisce nel giusto verso?Sembra quasi che i Professionisti della Pubblica Educazione non debbano esistere; in questo modo non si aiutano né i docenti né tanto meno i genitori, figuriamoci i bambini... ma forse si fanno degli interessi? E di chi?

La chiara provocazione e nello stesso tempo l’assurdo paradosso che vogliamo porre è che, per esempio, questa ultima situazione delle Baby Gangs -che scorrazzano nelle strade o per i corridoi delle scuole pubbliche in un grottesco quanto impari guardia e ladri- a qualcuno in realtà convenga. Si perché questo viene da pensare di fronte a quello che accade nella nostra piccola società gestita da rappresentanti (senza necessariamente distinguerli in maggioranze e minoranze) ai quali si grida da mesi e mesi che la soluzione alle “precipitanti”  questioni di disagio minorile parte anzitutto dall’inquadramento e dallo spiegamento di “PROFESSIONISTI” dell’Educazione e del Sociale (magari legalizzati da un Albo, da un Registro Locale o da un Ordine) legati all’Assessorato competente, di Unità Educative di Strada, Operatori Pedagogici Professionali, di PROGETTI MINORILI PROFESSIONALI EXTRASCOLASTICI stabili integrati con la Scuola e le Famiglie specifiche. “Semplicemente” questo va fatto per non avere paure irrazionali e non far sprofondare i genitori nel terrore dell’altro sconosciuto o della strada assassina; se questo non viene perseguito creando una categoria professionale che manca, allora si è “semplicemente” complici del disagio e della devianza.  Non è un mistero da diversi anni il fatto che queste funzioni vadano stabilizzate, implementate, molto spesso create, che queste operazioni progettuali educative e sociali vadano rese continuative, istituzionalizzate (nelle scuole locali abbiamo visto solo Infermieri che non possono dare farmaci e Psicologi chiusi nella non realtà del setting che non possono fare terapie!); ma dove sono gli operatori sociali, gli educatori, queste professionalità di cui necessita il pubblico servizio -già sfornate a migliaia dalle Università Pubbliche delle Scienze dell’Educazione da anni e non da Corsi Privati da Attestato affissi negli ultimi mesi!-? Questi sono da essere dispiegati al più presto affinché si  possano affiancare e interfacciare con le famiglie e con i docenti per aiutarli a gestire con competenza pratica, relazionale,  scientifica, territoriale le specifiche situazioni al fine di gestirle e risolverle, non è più possibile ignorarli e  ignorarle o negarle magari  appesantendo le competenze conoscitive dei docenti, impegnandosi in terapie psicologiche infinitamente dispendiose, confessandosi settimanalmente con gli assistenti sociali o magari quietarsi la coscienza rifugiandosi nei recinti protetti dell’attività privata (spesso costosi!) al riparo dai “Pedofili” e dalle “Baby Gangs” .

Ma evidentemente se queste operazioni non vengono attuate deve esserci o l’ignoranza del politico tuttologo, che sfocia nel Populismo perché non ha strumenti per il confronto funzionale e rifiuta la competenza scientifica del Professionista, o una diversa scelta ponderata una decisione che però risulterebbe chiaramente sbagliata visti i fatti di cronaca… O forse c’è dell’altro?Forse una convenienza, ci siamo chiesti paradossalmente.

E a chi converrebbe la Baby Gang? Converrebbe? Si, converrebbe. Converrebbe a quell’imprenditore a caccia di clienti per la sua attività economico tecnica o ludica che i bambini vengano mandati dopo la scuola a riempire i propri corsi nei suoi locali ben al riparo dalla “strada pericolosa”, converrebbe a quel genitore che si illude di risolvere il problema del disagio sociale con cose da far fare al bambino per riempire il suo tempo  senza pensare che non si tratta di occupare una quantità di ore al giorno ma di investire sulla qualità del rapporto relazionale; converrebbe a quel politico cacciatore spregiudicato di voti che si assicurerebbe così dei contenitori di voti “familiari” controllabili da una parte dal dare mezzi e occasioni all’imprenditore da più odiens, dall’altra assicurandosi che quei tecnici privati si preoccuperebbero soltanto di trasmettere la tecnica, il prodotto, senza fare dichiarazioni di competenza, o utilizzare metodologie di socializzazione, o considerare il territorio e le dinamiche di partecipazione alla società d’appartenenza, o attività sul territorio di incontro o scambio, tutte specifiche con le quali il politico  dovrebbe a quel punto confrontarsi e scegliere una linea, preferire la funzionalità di un’offerta non confondendola con l’odiens,  dire e fare qualcosa appunto di “politico”.  Conviene che queste famiglie e questi bambini vivano le strade e le piazze e si incontrino,  si relazionino e si confrontino “gratis” o piuttosto conviene spingerli verso spazi chiusi dove si commercia un prodotto materiale, sportivo o culturale e nello stesso tempo racchiuderli quantificandone il numero e identificandoli come oggetti votanti passivi e prevedibili invece che come soggetti politici attivi e con libero arbitrio?    Insomma paradossalmente le Baby Gangs forse possono far comodo a questo triangolo perverso che abbiamo ipotizzato; oggettivamente però e quindi realmente occorre vigilare facendo in modo che questa società si munisca di Professionisti dell’Educazione al servizio gratuito di tutti i cittadini affinché i bambini e i loro grandi siano veramente liberati dalla paura.

EMERGENZA BULLISMO: LETTERA APERTA

Appello ai giovani del territorio: “Forza ragazzi. Sia uomini che caporali”

“Si racconta che a Roma durante l’ultima guerra le bande di giovani che rubavano per rimediare qualcosa da mangiare o da vendere, si dividevano in due categorie, quelle che rubavano ai magazzini dell’esercito italiano e quelle che rubavano ai magazzini dell’esercito tedesco. Si racconta che la differenza era data dal coraggio, ovviamente.

E’ il caso di ricordare questo racconto, leggendo le notizie riportate dai giornali negli ultimi giorni riguardanti il XIII Municipio.

A fronte dell’aggressione nei confronti del giornalista al grido “frocio comunista” e “viva il duce”di Via dei Promontori; a fronte dell’aggressione al ragazzo adottato e suo fratello al pontile al grido di “sporco polacco”(…), a fronte dell’aggressione ad Acilia, al grido di “vattene da qui sporco negro”, i giornali ribadiscono quotidianamente che le forze dell’ordine: “fermano prostitute, sgomberano giardini e pinete da uomini, donne e bambini immigrati e/o persone senza casa, fanno scappare venditori ambulanti, sequestrano merce raccolta dai cassonetti e messa in vendita su alcune bancarelle, controllano i documenti e fermano lavoratori con l’unica colpa di essere entrati in Italia senza visto di ingresso, verificano che l’ordinanza contro lavavetri, giocolieri e venditori ai semafori sia rispettata, garantiscono lo sgombero per sfratto di anziani, disabili, famiglie con minori, donne sole, controllano decine di auto sul lungomare ecc.” Oltre ovviamente agli arresti per droga, rapine, furti e certamente molto, molto altro.

Non ringrazieremo abbastanza chi fa il proprio dovere, chi svolge le attività previste dalla legge, e le forze dell’ordine si chiamano così perché in un paese democratico sono le uniche autorizzate ad usare la forza per far rispettare la legge. Devono rispettare la legge e farla rispettare.

Ma tre ragazzi del municipio sono finiti all’ospedale in pochi giorni con corredo di frasi razziste: se non è esaltazione della violenza come forma di potere da parte di impotenti, cos’è?

(…) Gli anticorpi espressi nella grande manifestazione “Mò Basta” di sabato scorso ad Ostia sono una garanzia e un grande mandato politico (…) per tutti coloro che hanno delle responsabilità sociali.(…)  Non ha molto senso portare le corone ai caduti e poi non fare quello che ogni amministratore democraticamente eletto dovrebbe fare: vigilare, prevenire e contrastare le cause delle violenze, non sottovalutarle, non fare come gli struzzi. Ci piace pensare che le forze dell’ordine siano in grado di difendere i valori della Costituzione nelle piccole e tranquille attività di contrasto alla piccola criminalità, come si dice, (come l’esercito alle stazioni), così come nelle coraggiose azioni di contrasto alla violenza razzista, nazifascista o mafiosa.

Resta comunque la denuncia per gli amministratori di questa città, che hanno tenuto l’unico teatro pubblico chiuso per un anno, che non hanno dato seguito a un progetto di polo socio culturale per i ragazzi di tutto il municipio alla Vittorio Emanuele, che si ritrovano con molti dei loro/nostri giovani, privi di alternative valide, con la testa imbevuta di droghe spesso più pericolose di quelle vegetali e con le mani sporche di sangue.

Aspettiamo fiduciosi risposte dalle forze dell’ordine, che difendono le proprietà private e fanno rispettare la Costituzione. O viceversa.

Ognuno deve fare con coraggio la propria parte di lavoro, nella difesa della libertà”.

HAPPYTIME:SOLI NO!

Competenza e Rete Locale: insieme contro l’Abuso Minorile

Una delle missioni dell’ASSOCIAZIONE HAPPY TIME INFERNETTO è la creazione di una RETE SOCIALE che favorisca l’incontro con tutte le realtà presenti sul territorio; Municipio, Asl, Associazioni, Cooperative, Persone….. per conoscersi e dialogare in uno spirito di collaborazione, al fine di compattare le forze di tutti e orientarle in modo coordinato.

Per questo si farà portavoce di progetti, iniziative, eventi che riguardano l'integrazione, l'aggregazione e il contrasto del disagio minorile, come il prossimo Seminario di cui vi presentiamo il programma:

"L’APPROCCIO MULTIDISCIPLINARE ALLA PREVENZIONE E ALL’INTERVENTO NEI FENOMENI DI ABUSO AI MINORI".

Sabato 14 Novembre: una giornata di formazione sul tema della prevenzione e dell'intervento nei casi di abuso ai minori ISTITUTO PER LA PREVENZIONE DEL DISAGIO MINORILE

Roma, Via Merulana 259 telefono: +39 06.90212566 - richiesti i crediti ECM.

La mattina saranno presentati tre contributi:

- VECCHIE E NUOVE TIPOLOGIE DI ABUSO:

DAL MALTRATTAMENTO FISICO ALLE SEPARAZIONI CONIUGALI CONFLITTUALI

Dott.ssa Sandra Maffei

- SISTEMA DELL'ATTACCAMENTO E ABUSO:

L'IMPATTO SUI PATTERN RELAZIONALI DEL MINORE E DELL'ADULTO

Dott.ssa Laura Bastianelli

- ABUSO SUI MINORI E SERVIZI TERRITORIALI: QUALE INTERVENTO?

Dott.ssa Francesca Sommi

Nel pomeriggio i partecipanti afferiranno a due TAVOLI DI LAVORO:

- ADESCAMENTO ON LINE

Presidente IPDM - Lorenzo Salvadori Amadei

- ASPETTI GIURIDICI: CASE STUDY

Avv. Valeria Vizzone