Rifiuti, termovalorizzatore a Roma? La condanna di Legambiente e le reazioni della politica
Secondo i dati Ispra, ricorda Legambiente, la capitale ha una produzione di 1.700.000 tonnellate annue di rifiuti (con la sola eccezione del dato più basso del 2020 anno del lockdown), 600.000 tonnellate sarebbero quindi l’enorme residuo, se si arrivasse al 65% di raccolta differenziata e non oltre, obiettivo di legge che ogni comune avrebbe dovuto raggiungere entro il 2012, da 10 anni. “Il dimensionamento ipotizzato per questo impianto, - concludono i rappresentanti di Legambiente - condannerebbe addirittura Roma a non poter superare il 65% di differenziata, proprio per la necessità di alimentarlo di rifiuti: immaginare poi che un Termovalorizzatore del genere possa provocare un impatto ambientale sostanzialmente nullo come abbiamo letto, è chiaramente falso. Chiediamo al Campidoglio di tornare indietro e faremo tutto il necessario perché ciò avvenga. Bisogna invece spingere il porta a porta a tutte le utenze domestiche, puntare ad una differenziata altissima, alla tariffa puntuale, a nuove isole ecologiche e biodigestori per l’organico, dinamiche che sembravano essere parte delle scelte dell’amministrazione capitolina e che invece verrebbero spazzate via in un attimo dall’idea di costruire un enorme Termovalorizzatore”.
I consiglieri capitolini Paolo Ferrara (M5S) e Antonio De Santis (LcR):
"Per coprire i problemi di Roma e i rifiuti che rimangono in questi giorni per la strada Gualtieri decide di spararla grossa, peccato che siano bastate un paio d'ore a smentire le parole del sindaco di Roma. La posizione del Movimento 5 Stelle in Regione è chiara e nettamente contraria, per cui non capiamo in che modo il sindaco Gualtieri possa realizzare a Roma un mostro da 600mila tonnellate che dovrebbe chiudere, a suo dire, il ciclo dei rifiuti all'interno della città. Il Piano Rifiuti della Regione Lazio non prevede l'installazione di nuovi inceneritori: stiamo parlando di un vincolo che vale per tutti i territori del Lazio, compresa Roma. L'idea di Gualtieri di realizzare un inceneritore non è dunque fattibile e non troverà mai il consenso del M5S regionale che, lo ricordiamo al sindaco e alla sua assessora Alfonsi perché forse se lo sono dimenticato, è parte integrante della maggioranza che sostiene il presidente Zingaretti. Abbiamo poi appreso che vogliono portare la legge in aula in Regione per cambiare la norma senza passare per le commissioni di riferimento: ma se questi signori hanno intenzione di fare manovre di palazzo apportando le modifiche alla legge nottetempo o nelle segrete stanze non glielo permetteremo mai. Un siffatto inceneritore con la transizione ecologica e con l'Agenda 2030 non ha proprio nulla a che fare: il sindaco riponga subito nel cassetto delle gaffe questa idea e vada oltre".
Il consigliere regionale del Lazio ed esponente nazionale di Cambiamo- Italia al Centro, Adriano Palozzi:
“Oggi il sindaco della Capitale, Roberto Gualtieri ha annunciato la programmazione per chiudere il ciclo rifiuti a Roma, che prevede anche la realizzazione di un termovalorizzatore. Sulla carta, stiamo parlando di novità importanti - sia per l’Urbe Eterna e, di riflesso, pure per il territorio metropolitano che in questi anni ha pagato a caro prezzo l’inefficienza amministrativa del Campidoglio -, ma nella pratica non vorremmo si trattasse della solita promessa, fatta semplicemente per guadagnare tempo. Ora bisognerà capire chi concretizzerà questo genere di impianto, in che tempi specifici, viste e considerate anche le pesanti frizioni interne alla maggioranza capitolina su questa tematica. Nel frattempo, rimaniamo vigili e vedremo se e quando Gualtieri passerà dalle parole ai fatti”.
Michela Cicculli e Alessandro Luparelli, consiglieri di Sinistra Civica Ecologista durante l’Assemblea Capitolina di oggi:
"Siamo convinti che Roma necessiti di politiche per l’economia circolare, il riciclo, il riuso, la raccolta porta a porta spinta, la multimodalità, ma soprattutto di una condivisione con le sue comunità e con i territori delle scelte da attuare. Una reale partecipazione, un audit pubblico su una questione strategica sia per i cittadini e le cittadine, sia per l’ambiente. Abbiamo sempre espresso, senza ipocrisia, la nostra contrarietà all'ipotesi di realizzare un inceneritore a Roma, soprattutto senza un piano adeguato per rafforzare fortemente la raccolta differenziata. Nell'affrontare la questione rifiuti, dobbiamo ragionare con un orizzonte temporale più ampio. Siamo convinti che per affrontare l’emergenza attuale servano, infatti, scelte strategiche realmente innovative e sostenibili dal punto di vista ambientale. In Campidoglio, gli ultimi anni sono stati segnati da attendismo e scelte scellerate, ma non dobbiamo rischiare di prendere decisioni affrettate senza un piano complessivo e dettagliato. Apriamo una stagione di dialogo con tutta la città e i corpi intermedi, all’insegna della trasparenza e della condivisione. Sinistra Civica Ecologista fa parte di una maggioranza plurale che governa la città e tiene al suo interno sensibilità e visioni differenti. Prendiamo atto degli indirizzi che il Sindaco sta dando per l’avvio di nuova fase della gestione dei rifiuti a Roma, ma sentiamo allo stesso tempo la responsabilità di esprimere il nostro punto di vista differente che esige di conoscerne i dettagli e capire nello specifico quali impianti, dove e con quali modalità verranno realizzati. Vogliamo far valere le ragioni dell'ambientalismo e della sostenibilità, portando avanti una visione coerente che conduca Roma verso la transizione ecologica, all’insegna della lotta al cambiamento climatico come ci insegnano i movimenti come Fridays For Future. Perché la sfida dell’autonomia energetica deve andare di pari passo con quella della transizione ecologica come prevede il Green New Deal europeo”.
Questa la dichiarazione di Sabrina Alfonsi, Assessora all'Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei Rifiuti di Roma:
"La scelta di questa Giunta di realizzare nei prossimi anni un impianto per la valorizzazione energetica della quota di rifiuto indifferenziato prodotta a Roma serve a garantire la chiusura del ciclo secondo i principi dell'autosufficienza e della prossimità, fermo restando l'impegno dell'Amministrazione per aumentare gradualmente la quota di raccolta differenziata. L'analisi dei flussi che descrive l'andamento della produzione dei rifiuti nei prossimi anni, che sta alla base del piano presentato oggi in aula Giulio Cesare, prevede una graduale riduzione della quantità di rifiuti prodotti pari a circa 130 mila tonnellate entro il 2030. Per la stessa data è previsto l'incremento della percentuale di raccolta differenziata dall'attuale 47% al 65%, obiettivo ambizioso ma certamente realizzabile ridisegnando il sistema della raccolta e investendo risorse su iniziative per la riduzione dei rifiuti e la promozione del riciclo e del riuso dei materiali. La capacità di trattamento del nuovo impianto, fissata in 600 mila tonnellate anno, tiene conto del trend di crescita costante della raccolta differenziata ed è inferiore a quella teorica che servirebbe a coprire interamente la quota di rifiuti da inviare a recupero energetico, a garanzia dell'intenzione di questa Amministrazione di proseguire nel percorso per rendere Roma una città più moderna, sostenibile e allineata alle altre grandi capitali europee".