ROMA 2009: IL BILANCIO DEI MONDIALI DEI RECORD
Di Lorenzo Nicolini
I Mondiali di nuoto sono ormai terminati e per l'Italia è tempo di bilanci. Sono stati Mondiali dei record, ben 43, e forse non ci sarà mai più una karmesse iridata così. Manca solo l'ufficialità e saranno definitivamente aboliti i supercostumoni che facevano risultare i nuotatori dei veri e propri ''gommonauti'', come scrive Max Rosolino nel suo blog.
Roma 2009 come detto sarà ricordata per i numeri record, per le polemiche del prima, per come ha dato un’immagine positiva al mondo, e per quei campioni che grazie alle straordinarie performance hanno regalato due settimane da raccontare. Il bilancio della nazionale italiana è comunque positivo: 10 medaglie (4 ori) e 7° posto nel ranking mondiale. Le più grandi soddisfazioni dei nostri colori sono arrivate dalle donne. Federica Pellegrini, con 2 ori e 3 record mondiali nei 200 e 400 sl, ha fatto impazzire l’Italia del nuoto. Federica ha dimostrato di avere numeri superlativi ribadendo la sua forte personalità, come non ricordare infatti la sua dichiarazione ai microfoni Rai "sono io l’italiana più forte di sempre". Ottimo il mondiale anche della romana Alessia Filippi, che dopo l’oro nei 1500 (specialità non olimpica) s’è fermata al bronzo negli 800 sl. Ad Alessia l'aria di casa ha fatto bene, si è dimostrata più matura e più determinata. Una freccia in più nell'arco azzurro che porta ai Giochi di Londra 2012. L'altro oro, il primo dell'Italia al mondiale, è stato portato da Valerio Cleri nelle acque di Ostia nelle 25km di fondo. Il ragazzone di Palestrina solo pochi giorni prima aveva centrato una medaglia di legno nella 10km con tanto di ricorso, poi ritirato, per una manovra irregolare dello statunitense che lo precedeva. Anche il resto della compagnia ha fatto bene, ma non benissimo. Il fondo torna a riprendersi le attenzioni grazie anche a Martina Grimaldi, sul podio nella 10 km "olimpica" e alla Valeri, bronzo nella 25km. Nei tuffi Tania Cagnotto con il bronzo dai 3 metri e l’argento nel sincro con Francesca Dallapè, è stata l’altra azzurra che nella prima settimana di gare ha attirato curiosità e attenzione nella disciplina dominata dalla Cina. Peccato per i fratelli Marconi, solo quarti nei tuffi sincronizzati. Beatrice Adelizzi è diventata la prima italiana sul podio del nuoto sincronizzato, dove anche sorridere nel modo giusto fa parte della prova. Veniamo alle dolenti note azzurre. Il Settebello raggiunge il peggior risultato della sua storia. Agli ottavi è fuori anche il Setterosa. Urge rinnovamento, ma anche pazienza. La pallanuoto si gioca davvero il suo futuro. Gli uomini non vanno meglio: Rosolino non raggiunge neanche le finali. Marin, Magnini e Cobeltardo sono rimandati con l'obbligo di fare bene in vista di Londra 2012. E gli altri? La Cina è tornata ad alti livelli, gli Usa si sono confermati perdendo però qualche gara di troppo. Un po' più indietro l’Australia che, nonostante le occasioni mancate da Libby Lenton, si consola con l’oro nei 200 farfalla della Schipper. La Russia salva il bottino con il titolo della piccola Efimova nei 50 rana. Delusa la Francia che, pur salendo sul podio più volte, manca clamorosamente l’oro. Il re dei Mondiali, anche a livello mediatico è stato sicuramente Michael Phelps. L’eroe degli 8 ori di Pechino, anche con una sconfitta nei 200 sl, è tornato a essere l’inesausto fenomeno, raccogliendo il miglior bottino di titoli (5, per un totale di 21 in carriera). Supremo nella gara contro il serbo Cavic. Era la rivincita dei 100 farfalla e nella quale è stato infranto il muro dei 50" (da entrambi). Ha perso da Paul Biedermann, che passerà alla storia per aver strappato i record mondiali ai più grandi, da Gross a Van den Hoogenband, da Thorpe a Phelps, tedesco potente emerso anche grazie ai body.
Ma ora cosa ne sarà dei Mondiali di Nuoto? Una cosa è certa, la fine delle gare ha fatto riemergere le polemiche. Il bilancio dei Mondiali era stato chiuso in pareggio lo scorso 4 giugno, ma il 6 luglio sarebbe stato concordato un extra-budget di 3,5 milioni, da dividere a metà tra il Comitato Organizzatore e il Comune. I costi però sarebbero lievitati fino a creare un disavanzo di 6 milioni di euro, che secondo altri è addirittura di 8. La FIN, secondo le proprio previsioni, si è detta sicura di rientrare di quella cifra. La Federazione, infatti, prevede circa 600mila volti nuovi che si affacceranno al mondo acquatico sufficienti per portare nelle casse federali circa 6 milioni di euro. Gli stessi di cui tanto si discute. La situazione della FIN, ricorda sinistramente quella dei Mondiali di Roma del 1994 quando, a causa dell'eccessivo bilancio in rosso, ci fu il commissariamento della stessa Federazione. Se da una parte il Presidente Barelli prova a gettare acqua sul fuoco, è vero anche che circolano già i nomi dei nuovi traghettatori: Raffaele Pagnozzi, attuale segretario del Coni, sarà il nuovo commissariamento mentre Cosimo D’Ambrosio dovrebbe essere il futuro presidente della Federnuoto. Staremo a vedere, con la speranze che gli atleti azzurri possano trovare la giusta serenità e concentrazione in vista delle prossime Olimpiadi.