Roma, fiaccolata contro il ‘sacrificio degli agnelli’ in occasione della pasqua
Roma – Fiaccolata contro il sacrificio degli agnelli a pasqua. Ad organizzare il presidio, venerdì 22 marzo, a partire dalle ore 17 a piazza San Giovanni, davanti alla statua di San Francesco, le associazioni animaliste Memento Naturae, Roma for animals e Istinto animale.
Venerdì 22 marzo 2013, dalle ore 17 piazza San Giovanni (statua di San Francesco), Roma.
La manifestazione è aperta a tutti! È gradito un abito scuro!Non sarà possibile esporre simboli, bandiere o vessilli a nessuno, organizzatori compresi, come forma di rispetto
verso “loro” e anche verso chi vorrà essere con noi presente!
Ci sarà solo uno striscione non firmato da alcuna sigla per mettere in evidenza un
atteggiamento impersonale in favore della causa.
La scelta di questa fiaccolata sotto la statua di san Francesco (“casualmente” antecedente alla scelta dello stesso nome da parte del nuovo papa) è motivata dal fatto che all'interno delle religioni da sempre esistono esempi di chiara empatia e sintonia con la natura intrinseca e segreta degli animali, che vanno oltre lo stato apparente di un abito corporeo, per ricollegarsi ad un tutto attraverso il linguaggio dell'anima, che è universalmente valido e che
contempla tutte le forme di vita presenti in questo Universo, animali, minerali e vegetali.
Questo sentire, deve essere soprattutto messo in evidenza con forza oggi, nella società dell'ingordigia, del vizio e dell'opulenza, dove spreco di vite e sfruttamento animale,
costituiscono la base portante di un meccanismo perverso in cui l'uomo si è allontanato dalla Natura creandosi un suo mondo artificiale.
La fiaccolata organizzata sarà per questo volutamente silenziosa, per ricollegarsi al massacro di questi nostri fratelli spirituali, sacrificati su tavole imbandite in nome di un Dio divenuto troppo umano, attraverso un atteggiamento dello spirito meditativo e facendo brillare davanti a Piazza San Giovanni tante luci, che ci auguriamo possano illuminare il cuore di coloro che ci osserveranno.
“Il paragone, che farà inorridire molti benpensanti, tra la morte di cuccioli di agnellini con bambini neonati, è volutamente provocatorio e serve a far porre a tutti (anche
a noi certamente) un interrogativo serio, sul potere che ci arroghiamo, forse a causa di un fraintendimento di ben specifici Testi Sacri, nel decidere della vita o della morte
di esseri non creati da noi e facenti parte, a livelli differenti, della stessa tela della vita in cui siamo magicamente inseriti “Anche” noi, non “solo” noi”, spiega Riccardo Oliva, presidente di Memento naturae.
“L’anima del mondo respira in ogni più impercettibile elemento e se non cambiamo il nostro modo di percepire questa essenza in tutti le manifestazioni della vita, riconoscendone la vibrazione vitale, guarderemo con occhi spenti solo una “natura morta”, priva di quella luce
interiore che va ben al di là delle forme apparenti”.
Non è un semplicistico riferimento ai “diritti degli animali”, visto che già il parlare di “diritto” è un campo a misura troppo “nostra” e poco familiare con chi appartiene a quella specifica dimensione, non rispecchiando quindi la vera natura ed etologia
dell’animale così profondamente diversa da quella umana; pertanto l’obiettivo non è “umanizzare gli animali” attraverso parametri estremamente labili e soggettivi, ma
farsi carico noi, dei doveri e delle responsabilità che abbiamo a causa di una educazione mentale atta a considerare gli altri esseri e il Creato nella sua totalità, attraverso un orizzonte culturale e giustificativo ad uso esclusivo di un certo homo sapiens.
“Occorre trovare una soluzione che possa indurci a cambiare il nostro stile di vita ed i nostri insostenibili modelli di consumo”, prosegue l’esponente animalista.
“Occorre una nuovo modo di concepire il nostro rapporto con la Natura sottolineando le relazioni profonde e l'assoluta interdipendenza e complementarità che universalmente è
presente e lega ogni forma di vita, dalla più infinitesimale alla più imperscrutabile”
“Riscoprire una dimensione sacra, dove se Dio è presente in Tutto e questo Tutto è Dio, è pertanto legittimo conferire dignità intrinseca ad ogni creatura “non umana”, sapendo quindi riconoscere quella vibrazione e quella sottile vicinanza che accomuna noi a tutte quelle
creature che inconsapevolmente soffrono di atroci agonie, soprattutto quando a causarle è uno dei sette “nostri” vizi capitali: la gola”, conclude.
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