Roma – Gli animali, insieme agli uomini ed alla natura sono parte integrante del creato e loro stessi creature predilette da Dio.

 

Questo dirà una delegazione dell'Associazione italiana difesa animali ed ambiente – Aidaa a Papa Francesco se egli riterrà di accogliere la richiesta di udienza inviata oggi a firma del presidente nazionale dell'Associazione, Lorenzo Croce, che ha chiesto di essere ricevuto per poter esprimere con “spirito umile e francescano il nostro amore verso il creato, tutto il creato, e chiedere a papa Francesco di dire una parola che sgombri il campo riconoscendo la mano di Dio anche nella creazione degli animali, in quanto essi stessi sono creature dello stesso Dio di Abramo e di Isacco”.

 

 

Già con papa Benedetto XVI il presidente Aidaa ebbe uno scambio epistolare sei anni fa in relazione alle diverse dichiarazioni “ambientaliste” fatte dal precedente papa in tema di tutela ambientale e delle “risorse della terra” .

 

Nell'occasione dell'udienza saranno anche consegnate al papa le firme della petizione che ha raccolto migliaia di adesioni per chiedere allo stesso pontefice di rinunciare alla mozzetta ornata di ermellino, gesto tra l'altro anticipato dallo stesso Francesco in occasione della sua prima apparizione, ma non ancora ufficializzato quale rinuncia totale.

 

La petizione è condivisibile e si può firmare all'indirizzo di posta elettronica: www.firmiamo.it/papasenzaermellino.

 

 

Questo il testo integrale della lettera spedita oggi al papa dalla presidenza Aidaa:

 

A Sua Santità papa Francesco

Citta' del Vaticano

 

 

Santo Padre,

sono Lorenzo Croce presidente nazionale dell'Associazione Italiana Difesa Animali ed Ambiente – AIDAA.  mi permetto di scriverle queste poche righe innanzitutto per esprimere la mia e nostra soddisfazione per la sua nomina a Vescovo di Roma.

 

Noi ci occupiamo di tutela degli animali e dell'ambiente, e proprio per questo con umiltà e spirito francescano ci rivolgiamo a lei chiedendo di essere ricevuti in udienza per poter testimoniare il nostro amore verso il creato, tutto il creato, e verso le altre creature di Dio, che noi chiamiamo animali.

 

 

Vorremmo chiedere a lei che ha preso il nome del più umile ed allo stesso tempo tra i più grandi santi che a nostro avviso la chiesa possa annoverare, il nome del poverello di Assisi, una parola, una sola che ci permetta di poter dire che anche le categorie più deboli del creato, ed in particolare gli animali (più deboli rispetto all'uomo predatore e distruttore) possano essere considerate creature dello stesso Dio di Abramo e di Isacco, e per questo crediamo debba essere incentivato il rispetto dell'uomo verso di loro, verso tutti loro.

 

 

In attesa di sapere se riterrà di riceverci la salutiamo cordialmente e con spirito fraterno sentendoci anche noi in cammino per edificare un mondo più giusto e vero.

 

Lorenzo Croce

 

Roma 15 marzo 2013