Roma – Con 405 voti a favore ieri la Camera ha approvato all’unanimità la ratifica della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta al femminicidio e alla violenza nei confronti delle donne siglata a Istanbul nel maggio del 2011. Si tratta del primo strumento internazionale per la lotta alla ‘violenza di genere’ che contrasta ogni forma di violenza, fisica e psicologica sulle donne, dallo stupro allo stalking, dai matrimoni forzati alle mutilazioni genitali e prevede un impegno a tutti i livelli sulla prevenzione, eliminando al contempo ogni forma di discriminazione e promuovendo “la concreta parità tra i sessi, rafforzando l'autonomia e l'autodeterminazione delle donne”.


Il provvedimento passa ora al Senato. Il provvedimento ha fatto il ‘pieno’ dell'Aula della Camera ottenendo 545 sì su 545 presenti. L'Italia è la quinta nazione a ratificare il testo della Convenzione dopo Montenegro, Albania, Turchia e Portogallo. La proposta di legge era assegnata in sede referente alla Commissioni Esteri ed è a prima firma di Federica Mogherini, deputata del Pd. Perchè la Convenzione diventi applicativa dovranno essere almeno 10 gli Stati che dovranno sottoscriverla, di cui almeno 8 componenti del Consiglio d'Europa. La convenzione punta a gettare le basi per una forma di tutela completa per le donne intervenendo non solo sul piano della repressione ma anche sul quello della prevenzione, dell'assistenza, della sensibilizzazione culturale e dell'educazione. Un particolare riguardo è dato a tutti quegli elementi e situazioni come la vulnerabilità che nasce dall'età, le condizioni di salute o la disabilità, lo status di migrante.


“L'approvazione della Convenzione di Istanbul rappresenta un primo importante passo in avanti per riaffermare la presenza dello Stato nel contrasto alla violenza contro le donne, un fenomeno dilagante, trasversale, cioè un'emergenza nazionale. Siamo consapevoli che non si tratta non di un traguardo, molto abbiamo da fare e dobbiamo agire subito”, ha dichiarato Rosa Calipari, deputata del Partito democratico, che ha presentato un ordine del giorno, accolto dal governo, per chiedere di procedere subito al recepimento di alcune fondamentali direttive dell'Unione Europea: la numero 29 del 25 ottobre 2012, sulla posizione della vittima nel procedimento penale;  la numero 99 del 13 dicembre 2011, sull'ordine di protezione europeo adottato a favore di vittime o potenziali vittime di reati; la numero 36 del 5 aprile 2011 sulla prevenzione e la repressione della tratta di esseri umani e la protezione delle vittime e la numero 93 del 2011 relativa alla lotta contro lo sfruttamento sessuale dei bambini e la pornografia infantile.


Dopo il via libera alla Convenzione di Istanbul, queste norme possono aiutare a costruire un percorso che porti il Paese ad uno stato di normalità. Da oggi avremo l'obbligo di lavorare tutti insieme, parlamento, governo e società civile - ha concluso Calipari - per ricostruire e innovare quel sistema di tutele e di diritti che nel tempo è stato fortemente e selvaggiamente indebolito”. “Abbiamo appena approvato alla Camera la Convenzione di Istanbul, strumento importantissimo per rafforzare il nostro impegno istituzionale e politico contro la violenza sulle donne, che purtroppo continua a fare notizia. E' di queste ore infatti la cronaca dell'ennesima violenza, avvenuta a Nettuno, ai danni di una ragazza di diciassette anni”, ha affermato Ileana Piazzoni, deputato Sel. “Esprimo la mia solidarietà alla giovane, cui, attraverso le istituzioni e la rete dei servizi, dobbiamo far  sentire tutto il sostegno necessario ad uscire dalla soggezione che le ha impedito di denunciare il fidanzato. Le leggi, la rete dei servizi di accoglienza, il supporto legale e psicologico sono elementi preziosi per contrastare la violenza, ma lo strumento più importante resta la determinazione delle vittime a trovare percorsi di autonomia. Per questo è fondamentale intervenire su più fronti integrati: con le leggi e gli strumenti di intervento diretto; con percorsi di autocoscienza per le donne; con la formazione, a partire dalla scuola primaria e secondaria, per educare alla parità, a cominciare da un diverso rapporto con l'altro genere costruito sull'affettività e il rispetto”, ha concluso. Ieri grande commozione e rabbia in occasione dei funerali di Fabiana Luzzi, la quindicenne accoltellata e bruciata viva a Corigliano Calabro dal suo fidanzato. “Chi l'ha uccisa voleva annientare la sua libertà di essere donna e di decidere per sè. C'è un problema culturale e strutturale dietro questi gesti estremi di violenza sulle donne che va affrontato subito”, ha detto Michela Marzano, deputato Pd.