Roma - “Totti illumina, Osvaldo colpisce”. La sintesi perfetta dello speaker esalta i 50mila spettatori dell’Olimpico dopo il gol del 2-0 giallorosso sul Milan. Una serata magica, la Roma si riappacifica con la sua gente al termine di un 2012 denso di novità e di difficoltà.

 

 

 Il bel gioco cancella i brutti ricordi, come le palle luminose in un albero di Natale aiutano a dimenticare per qualche giorno le asprezze della crisi e restituiscono quella spensieratezza tanto agognata.

 

 

 

La Roma vince e la Lazio pure. La Capitale si risveglia contenta. E’ Natale, i negozi brulicano di gente e nei bar si ritorna a parlare di calcio. Quello vero, legato a numeri, tattiche ed emozioni. Gli arbitri e le polemiche sono lasciate da parte. Il merito va a Petkovic e Zeman, l’esempio che la diversità conta poco, quando i rispettivi metodi riescono ad ottenere il medesimo obiettivo.

 

 

 

 Nell’ultimo mese, i biancocelesti stanno ottenendo quella continuità sempre ambita, ma mai agguantata nel passato. L’1-0 contro la Sampdoria è frutto della compattezza e del cinismo. La Lazio sfinisce gli avversari e li colpisce. A Marassi e in casa contro l’Inter abbiamo visto vittorie simili, risolte da due fuoriclasse: Klose e Hernanes.

 

 

La Roma invece insegue il successo con il collettivo. Goicoechea, Piris, Burdisso, Marquinhos, Balzaretti, De Rossi, Bradley, Pjanic, Lamela, Osvaldo, Totti sconfiggono 4-2 il Milan. C’è soddisfazione soprattutto per la prestazione di Ddr, dopo una prima metà di stagione avara di serenità.  

 

 

Quando Burdisso sblocca il risultato, tutti credono sia il suo gol d’addio, ma a fine partita il dg Baldini assicura “che non partirà”. Così come Stekelenburg, una inquadratura per ogni parata di Goicoechea.

 

 

 

Marquinhos gioca da veterano ma non si ripeterà contro il Napoli nel giorno della Befana per colpa di un rosso eccessivamente severo, sventolato dall’arbitro Rocchi nel finale. Lamela realizza una doppietta e vola a 10 gol nella classifica marcatori. Infine, il capitano. L’eterno numero dieci, la prova dell’esistenza dei miracoli. La zona Champions è distante tre punti. Sognare è lecito, continuare a lavorare un obbligo.

di Fabio Gaetano