Funerali di Priebke: polemiche e problemi di sicurezza. E nessuno vuole la salma
Roma – Ancora polemiche per i discussi funerali di Erich Priebke, l’ex ufficiale delle Ss scomparso nei giorni scorsi all’età di cento anni nella sua abitazione romana, messagli a disposizione dal suo legale, Paolo Giachini, dove stava scontando la pena dell’ergastolo. Priebke, conosciuto come il ‘boia delle Fosse Ardeatine’, fu responsabile dell’eccidio che si consumò in quella zona della Capitale dove furono trucidati 335 tra militari e civili, molti dei quali ebrei. Mentre il Vicariato ha allontanato l’ipotesi di una cerimonia religiosa nella capitale, il prefetto Giuseppe Pecoraro ed il questore Fulvio Della Rocca hanno già dichiarato in una nota congiunta che martedì 15 ottobre, giorno fissato per il funerale, vieteranno le celebrazioni solenni. Ed il sindaco di Roma, Ignazio Marino ha detto: “In relazione alle ipotesi fatte in queste ore circa la possibilità che le esequie di Erich Priebke possano essere celebrate in spazi pubblici cittadini nel Comune di Roma, in accordo con il Prefetto della Capitale, Giuseppe Pecoraro, posso affermare con chiarezza che saranno negati l’utilizzo e l’occupazione di qualunque spazio pubblico. Solo un rito privato: sarebbe inopportuno ed offensivo per le vittime e le loro famiglie”. E l'Argentina, il paese dove l’ex ufficiale tedesco si rifugiò alla fine della seconda guerra mondiale con la moglie, non ne vuole sapere di dargli sepoltura a Bariloche, dove è seppellita l’amata moglie.
Insomma, non si placano le polemiche e c’è anche massima attenzione sul fronte della sicurezza per timore di manifestazioni o scontri con i nostalgici. Non si sa dove saranno celebrati i funerali – è stata ventilata anche la possibilità di farli all’aperto – né dove il corpo sarà sepolto. Nessuno vuole quello che è anche stato definito il ‘simbolo del male’ per i suoi ‘occhi inquietanti, di ghiaccio’, come hanno detto in questi giorni i residenti del quartiere dove Priebke abitava quando lo incontravano. A rafforzare questa convinzione anche il fatto che non si sia mai pentito o che abbia mai mostrato alcun cedimento o emozione. Intanto l’avvocato Giachini, che ha raccolto il testamento scritto e il video del criminale di guerra, ribadisce che i funerali saranno officiati in una chiesa del centro di Roma nonostante il niet del Vicariato. Ma il legale insiste e si appella ai Patti Lateranensi che prevedono che si possano effettuare riti religiosi dove la sede lo consente. Per Giachini Priebke ne avrebbe diritto visto che si era convertito al cattolicesimo, era stato battezzato e che la chiesa è dei fedeli lui era un fedele. Per fissare comunque la data definitiva si attende il certificato di morte.
I funerali del ‘boia delle Fosse Ardeatine’, per una inquietante coincidenza, cadono alla vigilia del 70° anniversario della deportazione degli ebrei del Ghetto di Roma, che avvenne il 16 ottobre del 1943. In fibrillazione l’Associazione nazionale partigiani, che si augura non si trasformino in una apologia del nazi-fascismo, e anche la Comunità ebraica romana, oltre ai rappresentanti della società civile. Inoltre, anche per la coincidenza di una serie di eventi previsti per la prossima settima – cortei, manifestazioni, l’anticipazione a venerdì della partita di calcio – saranno prese opportune misure di sicurezza. Per quanto riguarda, poi, la sepoltura il sindaco Marino, definendo Roma ‘città antinazista’ ha negato qualsiasi spazio del comune ‘per ragioni di sicurezza e ordine pubblico oltre che di opportunità’. Giachini ha messo a disposizione la tomba di famiglia per colui che considera ‘come un padre’. Intanto su facebook è già nato il gruppo ‘Erich Priebke, eroe del passato e del presente’: conta 165 persone che hanno scritto: “Addio a Erich Priebke, un eroe del glorioso 3° Reich e responsabile della giusta fine di 300 italiani inutili. Rendiamo omaggio a questo grande eroe che non si è mai pentito delle sue gesta, addio Erich, insegna agli angeli a portare fieramente la svastica”. E le scritte che l’estate scorsa erano state cancellate sotto la sua casa sono tornate ‘Onore a Priebke’. Insomma, un tragico rigurgito di nazionalsocialismo.
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